lunedì 31 agosto 2015

Abbaiare stanca-recensione☻☻☻☻☺

Questo è un romanzo poco conosciuto (purtroppo), ma che secondo me dovrebbe venire diffuso di più, perché, a differenza di altri "libri" definiti successi mondiali che di successo non hanno niente (tipo, che so, la saga di Cinquanta sfumature, per prenderne uno a caso), il racconto in questione ha veramente qualcosa da dire, ed è un messaggio molto forte.
Abbaiare stanca è una storia di un cane (Il Cane bastardo) raccontata dal punto di vista dell'animale, e lo consiglio a bambini e adulti perché penso che questo genere possa far pensare che gli esseri viventi debbano essere rispettati (il che, a casa mia, è una cosa elementare, non avevo e non ho tutt'ora bisogno di nessuno che mi spieghi di non maltrattare gli animali solo per divertimento, ma a quanto pare o i tempi sono cambiati o i genitori non si preoccupano abbastanza della natura che circonda loro e i relativi figli. Comunque, mi pare una cosa non da educatore ma da deficiente, e si vede poi l'impronta di questi deficienti sulle nuove generazioni). Ora non mi voglio dilungare troppo con i miei pensieri, che lascio per dopo, e inizio con la parte tecnica.
Il libro, francese, è stato pubblicato per la prima volta nel 1982 dalla casa editrice Salani, uno dei volumi che compongono la collana Istrici.
E' un romanzo, ma aggiungerei che si possa parlare anche di genere autobiografico; nonostante, naturalmente, un cane non possa scrivere un libro, è comunque la storia che questo cane racconta di sé stesso durante gli anni in compagnia di Mela, perciò lo definirei in parte autobiografico o biografico. Chi vuole dire il suo parere commenti.
Daniel Pellac è l'autore di Abbaiare stanca; nato nel 1944 in Francia, ha trascorso l'infanzia tra Africa, Sud-Est Asia, Europa e Francia Meridionale. Nel 1969 si laurea all'Università di Nizza e diventa contemporaneamente scrittore e insegnante; i suoi primi romanzi sono Le service militaire au service de qui? (Il servizio militare a servizio di chi?), Messieurs les enfants (Signori bambini) e la saga Malaussène, che secondo la rivista statunitense Watch and listen si pone davanti alla saga di Harry Potter e ai I tre moschettieri.

Trama:
Abbaiare stanca racconta le avventure di Il Cane e della padroncina Mela, con cui diventa inseparabile; sarà Il Cane a insegnare alla bambina a trattarlo con rispetto. 
Il rapporto con Mela diventa strettissimo al punto che i genitori iniziano ad ingelosirsi e, per rompere quest'affetto, arrivano ad abbandonare Il Cane in autostrada; esso però riesce, attraverso le sue doti olfattive più sviluppate, a ritornare a casa a Parigi dove vive un'avventura del tutto nuova.



"Abbaiare stanca.
La forza non conta niente nella vita.
Saper schivare è quello che conta."



Questo è un libro veramente bello; ovviamente, se non vi frega niente degli esseri viventi che popolano la vita insieme a noi, vi consiglio di non leggerlo e di non disturbarvi a visitare di nuovo il mio blog. Da vegetariana che sono nutro come stile di vita un profondo rispetto per la vita, a volte quasi più per quella animale che per quella umana, e di conseguenza mi ritrovo ad essere contro la violenza. Per questo consiglio il libro che sto recensendo, perché vi farà piangere fin dalle prime dieci pagine soltanto per il fatto che l'ottica è quella di un animale e non di un cieco essere umano. In questa storia Daniel Pennac cerca di farci entrare in questo mondo così diverso dal nostro (e ci riesce). 
Lo stile non è complicato per cui il libro è adatto a tutte le fasce d'età (io l'ho proposto perfino a mio papà) e si adatta a tutti i tipi di pensiero. Sensibilizza le persone verso il fenomeno del maltrattamento degli animali purtroppo diffuso e sul rapporto che si può creare tra uomo e animale.
Mi è piaciuto il fatto che appunto il tema madre della storia sia l'affetto che si crea tra i due soprattutto per il fatto che io l'ho letto da bambina, quando avevo la stessa età di Mela, perciò mi sono presa nella lettura di un genere che non avevo ancora mai provato.
Dello stesso genere consiglio anche Ho visto piangere gli animali, che è più crudo e realistico e soprattutto basato su storie vere che veramente lasciano i brividi (ecco, quello è più adatto ad un pubblico maturo).
Io ve ne propongo la lettura, non si sa mai che poi vi piaccia e diventi Il Libro Della Vostra Vita, no? Meglio provare che rimanere in dubbio.



Maryanna.





domenica 30 agosto 2015

Il grande Gatsby-recensione☻☻☻☺☺

Nella seconda recensione di oggi vi parlo di un libro la cui storia ha ispirato due film, uno del 1949 e un altro più recente (con Leonardo Di Caprio nella parte di Mr. Gatsby) del 2013.
Sto parlando de Il grande Gatsby.
La prima edizione del romanzo risale addirittura al 1925, ma solo dopo undici anni l'opera è arrivata qua in Italia, pubblicata da Mondadori nel 1936.
Si può quindi dire che, paragonato agli altri libri di cui precedentemente ho fatto recensioni, questo non sia una novità; è anche vero, però, che si possono trarre diverse vedute della stessa storia, come dimostrano infatti i film.
Il genere è il romanzo, è storia molto semplice, senza nulla di particolare da far notare.
L'autore, Francis Scott Fitzgerald, morto nel 1940 per un attacco cardiaco, è stato scrittore e sceneggiatore statunitense. E' considerato uno fra i maggiori autori dell'Età del Jazz e, nel complesso di tutte le opere, anche del XX secolo. Scrisse quattro romanzi, più uno incompiuto, e dieci racconti brevi sui temi della giovinezza e della disperazione.

Trama:
L'ambizioso Jay Gatsby ha conquistato prestigio, ricchezza e rispettabilità usando tutti i mezzi, leciti o no. Ora, divorato da un superbo orgoglio, vuol far rivivere l'amore fiorito un tempo fra lui e Daisy, la donna che lo ha respinto quando era povero e senza prospettive, per sposare il rampollo di una delle grandi famiglie americane. Ma benché getti sulla bilancia tutto il peso del suo fascino e del suo potere, Gatsby non potrà realizzare il suo sogno, ma, anzi, rischierà di cadere.



"Adoro le grandi feste, sono così intime.
In quelle piccole non c'è nessuna privacy."

"E' perfetto.
Come la tua perfetta ed irresistibile immaginazione."

"Lei rende tutto splendente,
non credi, vecchio mio?"



Prima di leggere il libro ho visto tutti e due i film tratti da questo, e, come al solito, sono estremamente diversi in più aspetti, ma, siccome non sono qua per parlare di cinematografia, continuo con le impressioni personali.
Mi è piaciuto che il libro finisse male (piccolo spoiler, ma probabilmente sapete già come termina) perché non può andare sempre tutto bene, e questo finale secondo me ha reso più reale tutta la storia che c'era dietro.
Essendo un libro abbastanza vecchio è scritto con termini di linguaggio abbastanza alto, anche per il fatto che la vicenda è narrata, come diario, da Nick Carraway, perciò in prima persona, per cui non lo consiglierei al primo che incontro per strada, anche perché è un genere e un racconto che si adatta comunque in miglior modo ad un pubblico femminile, perché, insomma, la storia è un po' sempre quella, dei due innamorati che si perdono e poi si ritrovano, ma hanno sempre un imprevisto da superare insieme.
Ho trovato abbastanza duro in certi tratti andare avanti con la lettura perché ci sono dei punti morti che sembrano veramente dei deserti; tutto sommato, però è una lettura che può essere affrontata bene e anche in poco tempo, per il fatto che ha solamente 189 pagine (almeno nella mia edizione, che non è quella qui sotto ma più o meno dovrebbero essere gli stessi numeri). 
Bene, con questo avrei finito per oggi, ma tornerò domani con un nuovo libro (in teoria, su programma, sarà Abbaiare stanca) e vi auguro una buona notte 




A domani, Maryanna




Love factor-recensione☻☻☺☺☺

Oggi sono piuttosto presa per scrivere almeno due recensioni. Vi anticipo già di quali libri si tratteranno: Love factor (questa) e Il grande Gatsby. 
Conto molto di riuscirci, è una bella sfida.

Love factor è un libro pubblicato nel 2011 da Piemme. Si tratta di un romanzo rosa, ma siccome è rivolto prevalentemente ai ragazzi, è meglio dire che è un young adults, cioè un libro che parla di tematiche che un adolescente può vivere, come la storia di questa ragazza, Estella, che si trova a partecipare a un reality musicale molto famoso, Musica per un sogno. E' inoltre anche un romanzo di formazione.
L'autrice, Mathilde Bonetti, nata nel 1977, è una scrittrice e una traduttrice italiana. Ha iniziato la propria attività come giornalista freelance (libera professionista) per quotidiani e riviste, nel 1996 ha pubblicato il libro Inviati, giornalisti da salvare e l'anno successivo E gli elfi cantarono, una raccolta di fiabe fantasy. Love factor è uno dei suoi ultimi libri.

Trama:
Estella ha un solo sogno: cantare. Fin da piccola, però, suo padre gliel'ha sempre impedito, costringendola a frequentare il liceo linguistico, per aiutarlo nell'attività di famiglia.
Ora, con la maggiore età, Estella ha capito che per essere felice deve scegliere la propria strada nella vita da sola. Così, grazie alla sua migliore amica Francesca, si ritrova a partecipare al casting del reality musicale Musica per un sogno, dove, oltre a dimostrare le sua abilità di cantante, troverà il vero amore.



"Io canto e basta.
Perché quando lo faccio
è come se attraversassi l'arcobaleno."

"Mi rende felice e mi emoziona
e penso che chi mi ascolta prova solo metà
delle cose che provo io.
Vedrà l'arcobaleno, almeno per un attimo."



Inizio col dire che io in questo libro che tengo gelosamente in camera ho anche la dedica dell'autrice, e mi sento molto fiera di avercela, anche se qualcuno potrà dire che è una cosa stupida.
Premetto che il libro non è niente per quanto riguarda vocaboli e struttura della storia, però è molto bello per quanto riguarda il messaggio che dà: puoi realizzare i tuoi sogni se combatti per questo e credi in te stesso. Per questo dico che è un romanzo di formazione, perché Estella, la protagonista, e tutti i personaggi che la affiancano nella storia, cambiano e maturano nel corso della vicenda, e i punti di vista del lettore cambiano di conseguenza anche in base a questo. Perciò si tratta di un libro per ragazzi adolescenti, perché è semplice ma allo stesso tempo tratta argomenti interessanti.
Le descrizioni sono abbastanza accurate, almeno il minimo per farti un'idea dei personaggi, che sono comunque i tipici soggetti che si possono trovare in ogni libro; avverto che il racconto parla alle adolescenti che sono in noi donne, primo fra tutti perché uno degli argomenti che compongono la spina dorsale della trama è la competizione tra una ragazza dolce e angelica come Estella e un'altra formosa, manipolatrice e provocante come Valeria, concorrente del reality, per un uomo, Ivano. Non dico di più perché altrimenti spoilererei il finale (che vi coglierà di sorpresa) a tutti, ma spiego il perché del mio voto di due stelle su cinque su questo libro di cui finora ho parlato soltanto bene. 
Ho messo un due perché anche se bello non è un libro che si può comparare a capolavori come Narnia o chissà cosa perciò se si tratta di un racconto semplice ma che non lascia il segno, di riflesso abbasso di una o due stelle l'impressione finale, perché è giusto così. 
Giusto per chiarire i vostri (capibili) dubbi.



Buonsalve, Maryanna




venerdì 28 agosto 2015

Cinquanta sfumature di grigio-recensione☻☺☺☺☺

Salve a tutti.
Inizio la mia recensione col dire che se si potessero dare zero stelle, io a questo libro le avrei già date, ma siccome non si è mai sentito di un albergo a zero stelle allora mi sembra giusto che neanche un "libro" come questo non ne abbia almeno una.
Cinquanta sfumature di grigio è il libro di oggi, e anche quello di ieri, già che ci siamo.
E' stato pubblicato nel 2012 dalla casa editrice Mondadori ed è (purtroppo) solo il primo di una triologia, sempre basata sulla stessa monotona storia. 
Per chi non l'avesse ancora capito sono qui per smontare una volta per tutte il mito del "successo universale" di Cinquanta sfumature di grigio, e se mi partirà qualche insulto scusatemi, ma dopo aver perso quattro giorni per leggere una storia di merda come questa ho veramente un bisogno tremendo di sfogarmi.
Comunque, continuando la recensione, mi sembra che ormai tutti sappiano che genere sia questo racconto; si tratta di un genere erotico (che comunque io non ho rilevato durante la lettura), ma a me in molti punti mi ha fatta morire dal ridere, perciò lo definirei un romanzo comico (che poi, romanzo non è, ve ne dirò il motivo).
Il genere erotico, in poche parole, parla solamente di sesso, o, nel linguaggio di Mr Grey, di "scopate" (forti), un termine che mi ha fatto ridere dalla prima all'ultima pagina.
La "scrittrice" è E.L.James (Erika Leonard James); nata in Inghilterra nel 1963 ha scritto la triologia Cinquanta sfumature di... come fanfiction della saga di Twilight (e si nota). E' diventata famosa proprio per il successo che hanno ricavato i tre libri erotici (ciò vuol dire che ci sono in giro ancora moltissimi lettori non acculturati che pensano che questi "libri" siano l'apoteosi della letteratura, mentre così non è).

Trama:
Anastasia Steele ha 21 anni; quando, per fare un favore alla sua coinquilina, va ad intervistare Christian Grey, con il quale inizia subito una relazione molto più spinta di quelle normali (addirittura si trova a firmare un contratto). In un crescendo di emozioni Anastasia finisce per innamorarsi di Christian, ma capisce che per poterlo capire a amarlo in tutte le sue parti deve scoprire fino a dove arriva il suo sadismo. Per questo gli chiede di farle provare il peggio, ma vivendo quell'esperienza capisce di essere innamorata di un uomo malato, e decide di scappare.



Evito di aggiungere le solite frasi
perché non voglio indurvi
a leggere questa spazzatura.



Questo libro fa ridere.
Fatevi un'idea di quanto è imbecille sapendo come inizia. Nella prima pagina Anastasia si guarda allo specchio delusa dal suo aspetto e pensa: "Mi guardo allo specchio, arrabbiata e delusa. Al diavolo i miei capelli...". A me sembra più un tema adolescenziale. Cioè chi se ne frega se non ti piacciono i tuoi capelli, piuttosto dimmi qualcosa di più importante. Dovete sapere, infatti, che E.L.James è un'incapace nelle descrizioni fisiche delle persone; durante la lettura del libro mi sono dovuta immaginare dalla testa ai piedi i personaggi del racconto perché non venivano mai descritti.
Lo stile della scrittura è veramente basso. Alcuni libri scritti per ragazzine sono di gran lunga meglio. Questo perché è un libro scritto per persone che non hanno una vasta cultura letteraria e si leggono libri basici, senza una vera trama o storia o quello che volete.
Poi, i personaggi; sono inverosimili ad un livello veramente massimo. 
Anastasia è un'idiota. Pensate che alla sua prima apparizione davanti a Mr Grey cade. Si inciampa e cade lunga distesa sul pavimento. E qui la prima figura di merda del libro, a cui seguiranno moltissime altre. Tra le scene più memorabili Anastasia, cinque minuti dopo averlo conosciuto, chiede a Grey se per caso è gay. Ma io dico, che mente hai anche solo per immaginarti un dialogo di questo tipo?
Inoltre, non c'è una vera trama che regga, il fatto del perché lui non voglia farsi toccare né niente è messo in bella vista e lo capisci già da metà libro, il finale è pessimo sia per il fatto che è inverosimile che per la durata della scena. Il tutto avviene il cinque o dieci pagine se mi ricordo bene, e neanche dettagliate, come tutto il resto del libro. 
Poi, le ripetizioni di termini e frasi. Ogni tre righe Anastasia pensa "La mia Dea interiore balla la salsa" o "La mia dea interiore sta facendo capriole" o qualche idiozia di questo tipo e tu sei lì che ti domandi che cos'è che stai leggendo, se un romanzo o un qualcosa a cui non riesci neanche a dare un nome, da quanto pesante è. Per quanto riguarda i termini la cosa si fa più selettiva: E.L.James sembra che non riesca a descrivere scene di sesso senza mettere almeno tre volte nella stessa frase la parola "gemo" e "vengo". Sembra che Anastasia riesca a fare solo quello per tutto il tempo in cui sta con Grey. A parte che lei viene anche solo se lui le passa un cubetto di ghiaccio sulla pancia (scena che vi consiglio di saltare); a quanto pare la Steele capisce solo alla fine del libro che lui è un malato di mente, perché ovviamente quando una persona ti prende a frustate e sculacciate e ti aggancia ad una sbarra di ferro è normale. 
Non so più che dire, a parte non leggetelo. 



Maryanna (;




mercoledì 26 agosto 2015

Bianca come il latte, rossa come il sangue-recensione☻☻☻☻☺

La mattina appena svegliata mi ritrovo a scrivere recensioni, e allora BUONGIORNO!
Il libro di questa giornata è Bianca come il latte, rossa come il sangue, il libro d'esordio di Alessandro D'Avenia, pubblicato nel 2010 da Mondadori. E' stato tratto anche un film, che ho trovato molto discostante dall'opera letteraria, uscito nelle sale nel 2013; mentre il libro mi è piaciuto abbastanza, il film non mi ha entusiasmata per niente.
Si tratta di un romanzo drammatico e sentimentale allo stesso tempo, perché parla appunto di morte e d'amore, con bellissime metafore legate ai colori da cui, in parte, ha origine il titolo.
Il romanzo drammatico è un genere che mette in evidenza la tristezza, l'ingiustizia, e che non ha, come credono in molti, solo un finale negativo, ma tutta la struttura, l'intreccio e perfino i personaggi sono descritti in modo crudo, reale e negativo.
Il romanzo sentimentale è gemello del genere rosa che parla d'amore ai quattro venti e che è già stato descritto meglio nelle precedenti recensioni.
Alessandro D'Avenia è nato nel 1977 a Palermo; frequenta in seguito il liceo classico Vittorio Emanuele II della città dove incontra padre Pino Puglisi da cui venne fortemente influenzato; proprio per questo nei suoi libri si ritrovano spesso temi religiosi e legati al destino che Dio vuole per ognuno di noi.

Trama:
Leo ha sedici anni, è un ragazzo che sente in sé la forza di un leone, ma un nemico lo spaventa: il bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione e del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice, la ragazza che è il suo sogno. Ma quando scopre che è ammalata, Leo dovrà scavare dentro sé stesso e rinascere, per capire che i sogni non possono morire...




"Datemi un motorino,
anche un bat-cinquantino,
e vi solleverò il mondo."

"Beatrice ha la leucemia,
e le sue lacrime sono diventate mie."

"L'invidia ti brucia il cuore,
e quel fuoco divora tutto."



Il momento che più preferisco di una recensione penso sia quando cerco le frasi più belle e significative della storia per potervi dare uno scorcio del libro che vi sto presentando, perché ad ogni frase mi ricordo il momento preciso della storia in cui viene detta o pensata, e questo mi permette di fare un salto indietro nel tempo e ripercorrerla tutta dall'inizio alla fine.
Il libro è scritto in prima persona da Leo. Questo mi ha quindi permesso di impersonarmi in lui o in Silvia (la migliore amica) che ha la stessa età, e di sentirmi partecipe nella storia. E' un racconto coinvolgente che si finisce di leggere anche in un giorno se si viene presi nella spirale degli avvenimenti. Il tema principale è l'amore che Leo prova per Beatrice, il suo sogno, ma anche l'affetto che sempre lui prova per Silvia. Non manca inoltre l'aspetto religioso della vicenda, infatti Dio, il destino e la fede sono sempre al centro dello svolgersi della storia. E' un racconto verosimile e recente, perciò quello che Leo vive a casa e fuori è anche ciò che può vivere un comune adolescente preso a caso da un paese a caso.
E' una lettura aperta a ragazzi e adulti, ma l'ho fatto leggere anche a mio nonno l'anno scorso e gli è piaciuto, perciò penso proprio che sia un libro molto elastico che si adatta a tutte le età; eviterei però di proporlo a dei bambini fino alla prima media perché secondo me non sono capaci di affrontare i temi proposti e di capirli. 
Il linguaggio utilizzato è comunque molto semplice e basico, e non serve essere grandi esperti in chissà che cosa per poterlo leggere, ma è comunque un libro che merita di essere letto, per me. E con questo pensiero vi lascio, 


ciao!
Maryanna




martedì 25 agosto 2015

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte-recensione☻☻☺☺☺

Bene, e con questa siamo arrivati (già) alla quinta recensione del mese.
Spero di arrivare a molte più recensioni, e col vostro sostegno so già che ce la farò.
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è il titolo del libro di oggi. 
Pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 2003, ha vinto il premio Whitbread in Inghilterra come migliore libro dell'anno. Si tratta di un romanzo giallo durante la prima parte (mentre Christopher cerca di risolvere il caso di Wellington), ma è soprattutto un romanzo di formazione, dalla prima all'ultima pagina (poiché tratta di Christopher, ragazzo autistico).
Un romanzo di formazione o Buildungsroman (dal tedesco costruire+romanzo) è un genere letterario che riguarda l'evoluzione del protagonista durante lo svolgimento della vicenda verso la maturità. E' un genere che promuove, soprattutto al giorno d'oggi, la narrazione di emozioni, sentimenti o progetti nati dall'interno del protagonista.
L'autore di quest'opera è Mark Haddon; nato in Inghilterra nel 1963 ha scritto e illustrato quindici libri per ragazzi e ha inoltre lavorato per televisione e radio. Il suo libro più conosciuto in Italia è appunto Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, i cui diritti sono già stati acquistati dalla Warner Bros per la stesura di un film, già uscito nelle sale nel 2014.



Trama:
Questo è un giallo diverso da tutti gli altri, perché l'investigatore è Christopher, un ragazzo di quindici anni che soffre della sindrome di Asperger (1) e che ha quindi un rapporto problematico col mondo. 
Capisce tutto di matematica e niente di esseri umani. 
Odia il giallo e il marrone, ma ama il rosso.
Non è mai andato più in là del negozio dietro l'angolo, ma quando scopre il cadavere di Wellington, il cane della signora Shears, incomincia un'esperienza investigativa alla Sherlock Holmes, che gli cambierà la vita.



"La gente mi confonde, perché spesso parla senza usare le parole
o usando dell metafore."

" Una bugia innocente non è veramente una bugia
È quando si dice la verità ma non la si dice fino in fondo."

"Ci sono molti misteri nella vita. 
Ma ciò non significa che non esistano risposte a questi misteri."



Mi sono trovata a leggere questo libro come "lettura consigliata" dell'estate per scuola (che nel linguaggio dei professori tradotto significa "O lo leggi o lo leggi"), per cui non è stata neanche una lettura spontanea, del tipo che se lo finisci di leggere e alla fine non ti è piaciuto ti prendi tu tutta la colpa e ammetti di aver sbagliato a scegliere quel libro, in poche parole, ti attacchi. Invece no, se è stato un professore a consigliartelo (o, nel mio caso, una professoressa) devi anche trattenerti dall'insultarlo/a per averti fatto perdere due giorni (e dico due!!) a leggere un libro (di cui di sicuro dovrai parlare in classe davanti ai compagni e scommetto il 1000 x mille che non mi ricorderò niente di ciò che ho letto perché la storia mi è scivolata addosso) di cui potevi fare benissimo a meno. Due giorni che potevi spendere a fare qualcosa di più costruttivo, come per esempio fare i quattro disegni dei quali ti sei dimenticata e che devi recuperare in tre settimane, magari anche meno, o semplicemente farsi una camminata col cane, che, chissà, rimandi da anni e anni. 
Comunque. Non è stato un libro così terribile, lo ammetto. E' quasi carino, soggettivamente.
Ma, secondo me, non è un libro da consigliare come lettura estiva; primo perché la storia di un ragazzo autistico, per quanto commovente e toccante, non puoi pretendere che interessi tutti gli adolescenti di una classe di prima superiore che ancora un po' non sanno neanche cos'è l'autismo. 
Secondo, sapendo che non molti leggono con frequenza o hanno un lessico avanzato e un dizionario vario, non è il massimo, dal momento che è un'opera di un livello abbastanza elevato, che contiene riflessioni a volte difficili da seguire e termini non proprio usuali e utilizzate.
Terzo e ultimo punto (e poi comincio con le considerazioni belle), il finale non mi ha entusiasmata. Siccome non sono una spoileratrice, però, non vi dico come finisce e vi lascio a voi la scoperta!

Ciò che mi è piaciuto del racconto è la storia, perché nella sua semplicità e nella sua visione, diciamo così, "diversa", è veramente una bella trama e di conseguenza un bello svolgimento. Il fatto che Christopher, poi, voglia a tutti i costi scoprire chi ha ucciso il cane Wellington è, per me, una cosa veramente tenera, da cui tutti dovrebbero trarre esempio.
Ultima cosa, poi vi lascio dal momento che vi ho tenuti attaccati allo schermo già abbastanza, sono rimasta piacevolmente sorpresa da come l'autore Mark Haddon sia riuscito con poche pagine (sono 247, se si conta l'appendice) a farmi comprendere meglio il mondo di coloro che sono visti e additati come "diversi" o "speciali", ma che secondo me hanno semplicemente una visione diversa di ciò che li circonda. 
Sono loro che, spesso, ci dimostrano di avere un cuore più grande del nostro.


E con questa perla vi lascio,
Maryanna


(1): ABBREVIATA SA E' UN DISTURBO VICINO ALL'AUTISMO CHE PRESENTA UNA COMPROMISSIONE DELLE INTERAZIONI SOCIALI, SCHEMI DI COMPORTAMENTO RIPETITIVI E STEREOTIPATI, ATTIVITA' E INTERESSI IN ALCUNI CASI MOLTO RISTRETTI. DIVERSAMENTE DALL'AUTISMO CLASSICO NON PRESENTA RITARDI NEL LINGUAGGIO E NELLO SVILUPPO COGNITIVO.








 

lunedì 24 agosto 2015

Un cuore in silenzio-recensione☻☻☺☺☺

Buonasera
Quello di oggi è il libro che in assoluto mi è piaciuto di meno di Nicholas Sparks (ebbene sì, ancora lui, ma domani farò una recensione di qualche altro autore, promesso).
Il titolo? Un cuore in silenzio.
Prima la parte tecnica.
L'opera è stata pubblicata dalla casa editrice Frassinelli nel 2000, per cui è abbastanza recente, e il tema che tratta e l'epoca sono contemporanei, a differenza di altri volumi dello stesso artista che invece sono narrati in epoche "vecchie", passate. 
Il genere è sempre lo stesso, romanzo rosa, e per chi non avesse idea di cosa sia vada a cercarselo sull'altro post di qualche giorno fa (vedi: L'altra storia di noi-recensione) perché non ho tempo di rispiegarlo, ahahah. Bene, dopo quest'uscita, vi ripresento l'autore, comunque conosciutissimo, perciò un minimo su di lui dovreste saperlo... E se non è così allora acculturatevi.
Nicholas Sparks, autore di romanzi rosa della nuova generazione, vive nel South Carolina. Per Frassinelli ha pubblicato, con successo, Le pagine della nostra vita, Le parole che non ti ho detto e I passi dell'amore (che, ve lo faccio già sapere, leggerò prossimamente e di cui farò ovviamente le recensioni qui).

Trama:
A Edenton (North Carolina) Taylor McAden presta servizio come pompiere, e non ha paura di niente, lo sanno tutti. Ma quando incontra Denise Horton scopre un pericolo che non ha il coraggio di affrontare, ovvero innamorarsi. Con il tempo i due si conoscono e iniziano a frequentarsi, ma Taylor deve capire che se vuole un avvenire felice deve lasciarsi alle spalle il passato. E guardare al futuro. Possibilmente con Denise.



"Se non senti parlare il tuo cuore,
ascolta il suo silenzio.
A volte il vero amore arriva sottovoce."



Vi spiego perché non mi è piaciuto come libro. 
E anche perché ho comunque deciso di recensirlo.
Non mi ha entusiasmata prima di tutto perché a me, non essendo una persona particolarmente romantica, non importava un fico secco della storia d'amore tra 'sti due. E qui qualcuno di voi potrebbe dirmi "Sì, vabbeh, allora perché ti vai a leggere libri di Nicholas Sparks, che alla fine scrive solo romanzi d'amore?" L'ho letto perché i suoi romanzi precedenti mi sono piaciuti moltissimo, mi hanno entusiasmata e fatto provare emozioni, e questo, per me, vale molto di più che una bella storia che alla fine è raccontata in poche parole in un modo di merda e non mi lascia niente dentro. Per questo pensavo che anche questo libro mi sarebbe piaciuto al livello degli altri; purtroppo però non è successo. Adesso, non mi faccio lo stereotipo, per un unico (o forse sono anche due) libro suo che non mi è piaciuto, che Sparks faccia cagare o non sappia scrivere, anzi, questo mi spinge anche di più a cercare opere sue che  mi restino impresse e che magari cancellino il ricordo di quest'opera che non mi è piaciuta molto.

Ho deciso di recensirlo perché comunque anche se un libro per me è brutto, per altri può essere (esagero) la Scoperta Della Sua Vita, ok? E' tutto un discorso di soggettività, non mi metto di sicuro a recensirlo perché voglio tirar merda su Nicholas Sparks, poiché non mi sarebbe possibile dal momento che sono solo una povera ragazza che ha aperto un blog per scrivere nero su bianco la sua passione e comunque non sono nessuno per criticare un libro di un autore oltretutto importante addirittura pretendendo di avere ragione sugli altri, credendo che solo la mia impressione sia giusta e quella degli altri sbagliata. No. No e basta. No perché questo significherebbe avere una mentalità chiusa e io sto cercando con tutte le mie forze di riuscire ad avere una visuale "aperta" sul mondo (forse non c'entra nulla ma non importa), anche per il fatto che è prima di tutto un segno di maturità.

Dico ancora due cosette e poi chiudo. E' un libro secondo me eccessivamente positivo. Secondo me mentre scriveva questa storia Nicholas Sparks stava passando un momento felice della sua vita. Non so se lo sapete ma nei suoi libri di solito muoiono o tutti, o il protagonista, cosa che ti fa rimanere sempre di merda (la prima volta che ho letto una sua opera [era Il meglio di me, mi ricordo] non sapevo avesse questo stile e mi aspettavo la solita storiella d'amore. Invece poi... NON SPOILERO. Sappiate che anche quello è un libro meritevole e che lo recensirò, prima o poi). 
In questo, invece, non si nota quella nota di depressione/delusione della vita (scusate il gioco di parole)  come negli altri. 'Sta cosa mi ha un poco sconvolta, ma niente di irrecuperabile, mi basta leggermene un altro che magari so già sia triste così riacquisto un po' di sana depressione. Sana perché è una depressione finta e temporanea di cui puoi parlare con gli amici che hanno letto lo stesso libro è che sono rimasti smontati dal finale (Sempre con lo stesso libro [Il meglio di me] mi è capitato di avere discorsi, mettiamola così, "accesi" sul fatto che Anastasia fosse una G. S. [se leggete il libro capirete di cosa parlo] e finivamo sempre col concordare su questa cosa). 
Alla fine leggere un libro lo si fa più per se stessi che per altro, ma secondo me sarebbe bello se diventassero un metodo di condivisione anche al di fuori di sé stessi, cioè se si creassero più "Club dei libri" (che tanti pensano sia cosa da nonni ma non è così) e robe di questo tipo. 
Sarebbe veramente molto carino. 




Ciao!
Maryanna (:







domenica 23 agosto 2015

L'altra storia di noi-recensione☻☻☻☻☺

Buongiorno! 
Sono le 9.19 di domenica 23 agosto 2015 e io sono sempre qua a scrivere. 
Oggi ho deciso di recensire un libro che è stato colonna portante della mia esistenza da adolescente; mi ha infatti accompagnata per tutti gli anni della scuola media (o secondaria) e per un po' anche durante le superiori. Il racconto in questione è L'altra storia di noi di Jennifer Weiner, pubblicato dalla casa editrice Piemme nel 2010. E' perciò un romanzo abbastanza nuovo, e adatto più che altro alla lettura di adulti o ragazzi, siccome la storia è abbastanza complicata da seguire. 
Il romanzo è un genere nato nell'antichità addirittura nel XI secolo; le narrazioni di quel tempo, che narravano rielaborazioni cavalleresche, erano già denominate roman, originario dal francese antico romans, romant e romanz, il quale deriva a sua volta dall'avverbio latino volgare romanice loqui (parlare alla romana).
Dopo questa carrellata di storia, vi presento l'autrice. 
Jennifer Weiner vive a Filadelfia. Dopo aver studiato all'Università di Princeton ha iniziato la carriera di giornalista. Il suo primo romanzo, Brava a letto, è diventato in breve tempo bestseller internazionale da cui probabilmente verrà tratta una serie televisiva. Per Piemme ha pubblicato anche A letto con Maggie, Letto a tre piazze, Buonanotte Baby, Racconti di letto e Certe ragazze, ma L'altra storia di noi è stato fin da subito il libro n°1 sul New York Times.

Trama:
Era l'estate del 1983 a Pleasant Ridge (Chicago); a Valerie e Addie, che vivevano l'una di fronte all'altra, erano bastati pochi minuti per diventare inseparabili. 
Più di vent'anni dopo, di quel legame non è rimasto nulla; Addie, dopo la mancata carriera a New York, è tornata a Pleasant Ridge senza un ragazzo (che spera però di conoscere su un sito di incontri) per prendersi cura della madre malata. Valerie, invece, lavora in città, compare in tv e ha quanti uomini vuole quando vuole.
Eppure, quando Val bussa alla sua porta nel cuore della notte per chiederle aiuto, il rancore che Addie provava nei suoi confronti scompare, e per entrambe è il momento di gettarsi il passato alle spalle e di ricostruire il loro rapporto.



"Noi due staremo insieme per sempre."



Leggendo qua e là altre recensioni di questo racconto, mi sono resa conto che i libri sono un qualcosa di estremamente soggettivo; c'è chi può dire che non gli è piaciuto per niente e chi invece dirà che lo ha adorato, che poi è il mio caso. Perciò io dirò le mie impressioni senza tenere conto di ciò che ho letto online, ma basandomi soltanto sul libro e sui fatti che ci vengono raccontati. 
Personalmente penso che sia un libro da leggere con calma, almeno la prima volta; chi lo legge in fretta e poi si mette a scrivere recensioni negative dimostra solo di non averci capito un cavolo. Lo dico prima di tutto perché anch'io, all'inizio, non riuscivo a leggerlo, mi bloccavo praticamente dopo il secondo capitolo perché mi annoiavo. Ma questo succedeva quando ancora ero alle elementari e non ero ancora in grado di seguire la storia o di affrontare un linguaggio più complesso di un Geronimo Stilton. Fatto sta che alcuni anni dopo ho riprovato a rileggerlo ed è stata quella volta che mi sono innamorata di questo libro. Ed è un amore che continua tutt'ora. Penso di averlo letto come minimo nove o dieci volte.
Dico già che la storia mia ha sorpresa, per il semplice motivo che inizia nel presente e poi fa dei salti temporali (non analessi) al passato, per cui vengono raccontate due storie allo stesso tempo ed era forse anche questo a confondermi anni fa. Ma il fatto che le vicende vengano raccontate sotto l'ottica di una bambina di otto, nove anni mi è piaciuto molto, perché è una tecnica che non si ritrova molto spesso.
La storia è narrata in prima persona, da un narratore dinamico: prima Dan Swansea, poi Adelaide Downs, il capo della polizia Jordan Novick e così via, e ognuno è consapevole solo della sua "fetta" di storia, non si tratta di narratori onniscienti (focalizzazione zero).
Premetto che la storia non la si riesce ad indovinare dall'inizio così come non si riesce ad indovinare il finale, dal momento che durante la narrazione intervengono numerosi colpi di scena e fuoricampo che sviano il lettore dalla soluzione finale. 
Per chi è ancora scettico o indeciso aggiungo anche che questa non è la solita storia d'amore, ma, anzi, che il racconto dà la morale che l'amore non possa essere solo un qualcosa relativo a uomo-donna, ma possa anche essere qualcosa che si riesce a costruire tra amici, sotto un contesto diverso.
E' la storia di come una persona, se lo vuole, possa cambiare.




laranakermit19 (:

sabato 22 agosto 2015

Le pagine della nostra vita-recensione☻☻☻☺☺

Salve a tutti.
Il libro di oggi è Le pagine della nostra vita (The Notebook), di Nicholas Sparks, da cui è stato ricavato l'adattamento cinematografico, sempre con lo stesso titolo.
In Italia l'opera letteraria è stata pubblicata nel 1996 dalla casa editrice Frassinelli.
Si tratta di un tutt'altro genere rispetto al libro recensito ieri (per che non si ricordasse o non lo sapesse sul blog potete trovare la recensione de La verità sul caso Harry Quebert); questo è, infatti, un romanzo rosa, come si può almeno in parte dedurre dal titolo.
Per i lettori più inesperti, o per quelli che hanno un vuoto di memoria improvviso, il romanzo rosa è un genere prevalentemente rivolto al sesso femminile, ovvero quello più romantico e sognatore dei lieto fine, appunto perché è il genere delle storie d'amore e degli intrecci passionali, che presenta spesso una struttura fiabesca. I personaggi sono (di solito) la ragazza in pericolo e perdutamente innamorata del ragazzo, il ragazzo amato nonché "eroe" che salva la donzella da ogni pericolo e l'antagonista, maschio o femmina che ostacola volontariamente o involontariamente l'amore tra i due.
Bene, dopo questa minima spiegazione d'obbligo per poterci capire qualcosa da tutto il discorso, mi sembra sia arrivato il momento di farvi conoscere l'autore (e se non sapete almeno qualcosa su di lui è una lacuna grave di ignoranza, ma che cercherò di riparare).
Nicholas Sparks è nato in Nebraska nel 1965 da padre professore e madre casalinga e ha studiato alla University of Notre Dame. Fin da piccolo è stato educato al cattolicesimo, cosa che ha influito pesantemente sulla sua carriera di scrittore; fra i temi ricorrenti dei suoi libri infatti troviamo la spiritualità, il destino e la fede, che incidono sullo svolgersi dei fatti della storia. Sparks ha anche scritto un libro mai pubblicato, The passing, nel 1985, quando era ancora studente.

Trama:
New Bern (North Carolina), 1946: Noah, tornato dal servizio in guerra, realizza il suo sogno di sempre di andare a vivere nella grande casa vicino al fiume. Alla perfezione del quadretto, però, manca Allie, una ragazza conosciuta nel corso di un'estate e mai più dimenticata. 
Un giorno lei ricompare, per potergli dire definitivamente addio.
Ma il destino ha deciso altrimenti...




"Suadente mi attira tra i vapori del crepuscolo
mi abbandono nell'aria, scuoto le ciocche grigie
verso il sole fuggente..."

"La macchina si allontanava, e lei si portava via il suo cuore."

"Nessun uomo
annegando
saprà mai
quale goccia d'acqua
porrà fine
al suo respiro."



Ok, è il momento delle riflessioni finali, e non me ne viene in mente neanche una intelligente, ma farò uno sforzo.
Premetto che il libro mi è piaciuto, per cui inizio parlando degli aspetti positivi che vi ho trovato leggendolo.
Innanzitutto sono rimasta contenta del fatto che ci fossero lunghi e ricorrenti flashback o analessi risalenti all'ottobre del 1946 (questi fanno parte del taccuino, appunto il 'notebook', di un anziano [Noah], il quale legge i suoi appunti delle giornate di quell'anno a una paziente, ricoverata nella sua stessa casa di riposo, la quale è affetta da Alzheimer), perché hanno permesso di creare una "storia dentro la storia" e di avere una "cornice" che facesse da sfondo e collegasse tutti gli altri elementi del racconto.
Mi è piaciuto che in questo libro Sparks sia riuscito a commuovermi proprio sull'ultima pagina, mentre pensavo che per una volta lui non ci sarebbe riuscito e io la potessi aver vinta.
Poi, la franchezza con cui l'autore parla di certi argomenti come i problemi della vita, il destino, l'amore e tanti altri mi fa veramente stare bene, perché, per una volta, la storia non sai già dall'inizio come va a finire, ma ti coglie impreparato, e tutte le sicurezze che si avevano, in un secondo, leggendo i suoi libri, scompaiono. Il fatto di saper affrontare con franchezza e positivamente una malattia terribile come l'Alzheimer in un libro che leggeranno in molti secondo me è indice di grande maturità ed esperienza in fatto di letteratura, ed è proprio per questo che di recente continuo a leggere libri suoi e che più avanti ve li recensirò qui.
Ciò che invece non mi è piaciuto, non essendo una persona romantica, è la storia di base. Tolte la paroline, le virgolette, eccetera, eccetera, resta lo scheletro del racconto. 
Per scheletro si intende la struttura essenziale o basilare della vicenda; in questo caso un ragazzo incontra una ragazza, si conoscono, si amano, poi lei si allontana senza specificare il motivo e un giorno ritorna per chiarirsi. E' molto semplice di per sé se ci si pensa, ma è il modo in cui viene raccontata che ti cambia la pesantezza e la velocità della lettura.
Una mia professoressa delle superiori amava dire durante le sue lezioni di italiano, che noi ragazzi, e tanto meno lei, non eravamo in grado di poter dire se un libro fosse brutto, o se facesse schifo, termine che in aula è ricorso spesso, perché non eravamo critici né persone importanti che qualcuno avrebbe ascoltato. Io sono qui per farmi ascoltare su quello che ho da dire sui libri che leggo e che, premettendo che non mi permetto di dire di nessun libro che faccia schifo, esistono livelli di qualità diversi, in quanto ci sono libri che verranno ricordati per decenni e libri che faranno il boom di incassi ed edizioni pubblicate ma che fra qualche anno non si cagherà più nessuno.
E io penso che Nicholas Sparks abbia del potenziale. Sono qui per sostenere gli autori che penso debbano essere conosciuti di più. 
Tutto qua.




Ciao,
laranakermit19










venerdì 21 agosto 2015

La verità sul caso Harry Quebert-recensione☻☻☻☻☺

Ciao, ragazzi!
Il libro di oggi è La verità sul caso Harry Quebert, di Joel Dicker.
Pubblicato nel 2012 dalla casa editrice francese Editions de Fallois, in Italia l'edizione è stata curata da Bompiani, appena un anno dopo, nel maggio del 2013.
Il racconto, di 770 pagine, è un giallo deduttivo o whodunit, storpiatura della frase inglese Who done it? (Chi l'ha fatto?). Questo genere è il tipo più tradizionale di giallo: un investigatore cerca di risolvere un caso partendo da pochi indizi e false piste.
Dicker è nato a Ginevra nel 1985, e il romanzo in questione è il suo secondo. Il primo, Les derniers jours de nos pères (Gli ultimi giorni dei nostri padri) ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010, mentre La verità sul caso Harry Quebert ha ottenuto il Grand Prix du Roman de l'Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012.

Trama:
Il 30 agosto 1975 fu commesso l'omicidio di Nola Kellergan, 15enne. Il corpo non venne rinvenuto.
Trentatré anni dopo nel giardino della casa di Harry Quebert, Goose Cove, Aurora, viene ritrovato il cadavere della ragazza. L'amico di Harry, Marcus Goldman, convinto che il compagno sia innocente, decide di scagionarlo dalle accuse mettendosi ad indagare per proprio conto sul Caso Kellergan.




"La vittoria è dentro di te, Marcus, devi semplicemente aiutarla a uscire."

"Devi boxare come scrivi, devi scrivere come boxi."

"Marcus, l'ultimo capitolo di un libro dev'essere il più bello."

Harry Quebert
(Joel Dicker, La verité sur l'affaire Harry Quebert)



Bene, per me la lettura del libro è stata veramente scorrevole, perché la traduzione francese-italiano è stata eseguita molto bene e non ci sono intoppi o espressioni ricorrenti francesi, che di solito non sopporto.
Leggevo circa duecento pagine ogni giorno, perché non riuscivo a staccarmi e volevo scoprire subito come finiva la storia e chi era il colpevole. Inoltre il libro, con le sue false piste e i colpi di scena scandalosi, mi ha coinvolta dall'inizio alla fine; vi dico, non lasciatevi spaventare dalla mole dell'opera, non lo si può giudicare dalla copertina, e, comunque, non è quante pagine ha che fanno la differenza, ma è quanta attenzione (e a volte pure impegno) ci si mette per leggerlo. 
Una volta che la storia vi ha presi, vi assicuro che non riuscirete più ad uscirne.
La morale della storia è che c'è del marcio in tutte le cose, anche nelle strade di una cittadina tranquilla come Aurora (New Hampshire), e che quando una cosa ci sembra ovvia, alla fine tanto ovvia non è.
Mi è piaciuto il fatto che le descrizioni dei personaggi, dei luoghi e delle cose fossero fatte benissimo e in modo dettagliato, e che questo mi abbia permesso di entrare ancora di più nella storia immaginandomi ogni stanza, ogni casa ed ogni persona di Aurora che venivano nominate nel libro.
Secondo me è un libro che veramente merita di essere letto sia per il fatto che non è un racconto trash, che leggi e poi non ti ricordi niente e lo dimentichi nei meandri della memoria, che per  poter conoscere la letteratura francese e i suoi autori. 
Quindi, io ve lo consiglio, soprattutto perché un minimo di cultura in più non fa mai male, e poi perché, se è piaciuto a me che si solito sono molto selettiva riguardo ai gialli, vuol dire che veramente merita almeno un'occhiata.
Ora, non dico che debba piacere per forza a tutti, ma secondo me può coinvolgere gran parte dei lettori che conosco, e per questo ve l'ho recensito. Se l'avete letto o avete voglia di leggerlo commentate e ditemi le vostre impressioni o domande, siete tutti ben accetti!





Ciao,
laranakermit19