giovedì 29 settembre 2016

Harry Potter and the Cursed Child-recensione☻☻☻☻☺

Per me odioso, come le porte dell'Ade, è l'uomo che occulta una cosa nel suo seno
e ne dice un'altra.
Omero



Harry Potter
and the Cursed Child

Uno dei libri più discussi e recensiti dell'ultimo periodo è senza dubbio il nuovo capitolo della storia di Harry Potter, diciannove anni dopo l'uscita del mago dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. 
Premetto che il nome del libro l'ho lasciato in inglese per il fatto che effettivamente l'ho letto in inglese (dopotutto è facile da capire, essendo scritto come una sceneggiatura teatrale) e non per altre ragioni mistiche strane. Inoltre il titolo italiano non è che mi entusiasmi granché, ma dopotutto capisco che il lavoro da traduttori non dev'essere per niente facile, soprattutto con libri di questo genere fantasy, dove ogni nome dev'essere tradotto in base a qualcosa di specifico che ha ripercussioni anche nel seguito della storia. 
Prima di iniziarne la lettura, ho sentito moltissime critiche negative riguardo alla trama, all'originalità della storia e alla scelta di mantenere lo script teatrale. Sinceramente non ho trovato la storia così orribile, nel complesso, ma certo non è paragonabile ai sette libri della vera e propria saga Potteriana. 

Trama:
Sono passati diciannove anni dalla vittoria su Voldemort e Harry ha messo su famiglia: la moglie Ginny, i figli James Sirius e Albus Severus, e la figlia Lily.
Fare il padre però non è così facile e anche per il prescelto (The Chosen One) i problemi non mancano, soprattutto col secondogenito Albus, il quale soffre molto il peso del cognome che porta e pensa di non essere all'altezza del padre.

La mia recensione:
La trama è semplice, forse un po' complessa per i salti nel passato che vengono fatti. Questi ritorni al passato mi sono piaciuti un sacco, perché durante questi si torna agli anni in cui è ambientata la saga di Harry Potter, ovvero i primi sette libri, e quindi tornano anche personaggi che magari o erano morti nell'ultimo capitolo, con la battaglia finale, o personaggi di cui non si sapeva il destino. 
Mi piace com'è stata scritta la storia, ovvero mantenendo la sceneggiatura teatrale, perché in questo modo la vicenda è raccontata in modo molto veloce. Bella quindi anche la collaborazione fra J.K.Rowling, Jack Thorne e John Tiffany, anche se non dev'essere facile mettersi d'accordo in tre su ogni singolo dettaglio. 
Non mi è piaciuta invece la poca descrizione dei personaggi; ovvio che è una rappresentazione teatrale e quindi questi vengono interpretati da attori sempre diversi, ma siccome viene trascritta sotto forma di libro, avrei preferito e mi aspettavo, in quanto lettrice, una descrizione dei nuovi personaggi principali.

laranakermit19



lunedì 12 settembre 2016

Battle Royale-recensione ☻☻☻☻☻

Ciò che mi spaventa non è  la violenza dei cattivi,
ma l'indifferenza dei buoni.
M. Luther King



Battle Royale (Batoru Rowaiaru)

Battle Royale è un romanzo dello scrittore giapponese Koushun Takami, scritto nel 1966 ma pubblicato solamente nel 1999.
Il libro fa parte di quattro generi, due dei quali non li avevo mai visti utilizzati per definire un libro:
1. Horror, un tipo di libro che mira a generare un sentimento di spavento e anche sconforto nel lettore.
2. Thriller, un genere che utilizza suspense e tensione come fondamenta della storia ed è più diffuso in America che in Europa.
3. Distopia, ovvero la descrizione di una società immaginaria malata e portata all'estremo, spaventosa e nella quale tendenze sociali, politiche e tecnologiche vengono portate all'estremo.
4. Ucronia, genere di narrativa che si basa sulla premessa che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale.

Trama:
Ogni anno una classe di scuola media, selezionata in modo casuale, è costretta a prendere parte ad un Programma in cui gli studenti devono uccidersi l'un l'altro finché non rimane un solo vincitore.

La mia recensione:
In quanto libro giapponese, era piuttosto ovvio che avrei finito per amarlo, però devo ammettere che ciò che mi piace di più di tutto il libro sono la storia e la psicologia dei personaggi. Takami rende perfettamente in senso di disperazione ed esaltazione che probabilmente di prova quando si uccide una persona per sopravvivenza; rende perfettamente la plausibilità della storia, il suo svolgimento e la sua fine. Niente di quello che ho letto mi ha fatto pentire di aver avuto fra le mani il libro. La storia di questa società giapponese, assolutamente totalitaria, il cui ideale di divertimento è una competizione fra ragazzi per la sopravvivenza è assolutamente stupefacente. E non sto parlando di storie come The selection o Hunger Games (che hanno tutte più o meno un loro perché); questa storia è assolutamente magnifica, i personaggi ben inquadrati, l'insanità mentale di un governo assurdo giustificati... insomma, un libro che vale la pena leggere.



laranakermit19






domenica 11 settembre 2016

Una brava moglie cinese-recensione ☻☻☻☻☺

Si dovrebbe essere sempre innamorati.
Ecco perché non bisognerebbe mai sposarsi!
O. Wilde





Una brava moglie cinese

Un libro di Susan Blumberg-Kason, giornalista freelance di Chicago.
Mi sono imbattuta in questo libro per caso e stranamente in una libreria, invece che in biblioteca. Dopo averlo letto sono stata felice di averlo comprato e non solo "noleggiato". Dieci euro ben spesi, anche se continuo a pensare che il miglior modo per non pentirsi dell'acquisto di un libro e della sua lettura sia chiederlo prima in biblioteca e poi se ne vale la pena comprarlo. Ma è una cosa soggettiva.

Trama:
Susan, una timida ragazza americana, affascinata dalla cultura cinese, ha iniziato da poco la scuola di specializzazione a Hong Kong, quando si innamora di Cai e decide di sposarlo. Mentre si scambiano le promesse matrimoniali, Susan si sente come la protagonista di una favola esotica, ma ben presto dovrà rendersi conto che Cai e la cultura alla quale lui appartiene sono ben diversi da come immaginava. Ambientato fra la Cina rurale, Hong Kong e San Francisco.

La mia recensione:
Essendo un libro che tratta del mondo orientale, la mia recensione non può che avere una risoluzione positiva, nonostante la storia descritta in quelle trecentoquarantasette pagine. E' infatti una storia triste, che racconta come veramente non è tutto oro quel che luccica, come ci insegna il proverbio. L'edizione che ho comprato io è dotata di copertina rigida che raffigura una torre composta da tazzine e piattini cinesi. Vi sono poi le alette sulle quali sono riportate trama e una succinta biografia dell'autrice. I paragrafi sono inframezzati da tre piccole tazzine di tè che dividono quindi il capitolo per "argomenti".
Il libro è scritto con uno stile leggero, con narratrice interna. 
Fino alla metà del libro la protagonista era alquanto insopportabile, per il suo comportamento da sognatrice e da ragazza che non si accorge di stare commettendo una enorme stronzata, ma mi ha fatto piacere vedere che poi riesce almeno in parte a riscattarsi, e a prendere controllo di sé e della sua vita.
Leggendo Una brava moglie cinese ho imparato che in Cina chiamano le persone secondo il cognome e non il nome; Cai infatti è il cognome del co-protagonista, non il suo nome. Oltre a questo i cinesi iniziano ad avere una relazione con una persona del sesso opposto solo se hanno intenzione di sposare la persona con qui sono fidanzati, non è possibile, in alcuni casi, avere più di una relazione. 
Alla fine questo è ciò che dovrebbe fare un libro, insegnarti qualcosa di nuovo sorprendendoti.



laranakermit19



La ragazza di giada-recensione☻☻☻☻☺


Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana.
Ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.
A. Einstein




La ragazza di giada

Prima di passare alla recensione del libro, volevo focalizzare l'attenzione su un avvenimento accaduto anni or sono, proprio oggi.
Tutti sapete che l'11 settembre di quindici anni fa viene ricordato come il giorno dell'attentato alle Torri Gemelle (Twin Towers) negli Stati Uniti, a Manhattan, iniziato alle prime ore della mattina, le 8:46. Questo attacco provocò 2996 morti, 6400 feriti e 24 dispersi.
L'attentato avvenne per mano di dirottatori islamici di al-Qā-'ida che, a parer mio, avrebbero dovuto fare una fine ben peggiore, magari finendo nelle mani di tutte quelle famiglie che hanno perso i loro cari in quell'occasione, per colpa loro. Invece, inevitabilmente, sono morti nello schianto dell'aereo, ed è proprio un peccato.
Quindi, un minuto di silenzio, #pernondimenticare11/09/01 .

La ragazza di giada è un libro scritto da Lisa See, scrittrice la cui famiglia ha origini cinesi, luogo dove lei ha compiuto molti viaggi, anche per scrivere articoli per i giornali dove lavora, oltre che per capire meglio le sue origini.
Ha scritto anche Fiore di neve e il ventaglio segreto (libro altrettanto bello, che consiglio), ambientato nella Cina del XIX secolo, e che è diventato il suo libro più conosciuto.

Trama:
Cina, XVII secolo. Peonia ha quasi sedici anni e come tutte le ragazze della sua età è già stata promessa in sposa dalla famiglia ad un uomo di cui lei ignora tutto, persino il nome. Per il suo sedicesimo compleanno, il padre, uomo illuminato, che desidera per la figlia una formazione culturale completa, al di là delle condizioni di segregazione in cui ella vive, le regala la rappresentazione teatrale di un classico della letteratura dell'epoca Ming: Il Padiglione delle Peonie. L'opera racconta di una fanciulla che si lascia morire d'amore pur di non accettare un matrimonio combinato. La sera della rappresentazione dell'opera, Peonia incrocia lo sguardo di un giovane di cui si innamora a prima vista, riuscendo a incontrarlo poi altre tre volte. Il suo destino è però segnato, e lei dovrà sposare l'uomo a cui la sua famiglia l'ha promessa. Come la protagonista, però, Peonia sceglie di lasciarsi morire per amore.

La mia recensione:
Premettendo che ultimamente mi sto appassionando ai libri orientali, questo è uno dei migliori che abbia letto. Continuo con la recensione a punti di ciò che mi è piaciuto:
1. La struttura. Mi è piaciuto vedere come Lisa See ha strutturato una storia dalla trama in apparenza semplice (una ragazza che s'innamora di un ragazzo, non avendo comunque speranze). Già da un po' ho perso l'abitudine di leggere le trame sulle copertine dei libri che mi va di leggere, perché molte volte vi si ritrovano spoiler assurdi. Nella trama che ho riportato sopra, ho tagliato qualche pezzo da quella originale, perché metà libro veniva rovinato da questi. Senza ulteriori spiegazioni, ho gradito il libro soprattutto da metà in poi.
2. La cultura cinese del XIVV secolo. Ecco, ciò che più mi ha affascinata è stata la cultura cinese di quel periodo, che permeava le pagine in ogni loro riga e in ogni loro parola, dalla fasciatura dei piedi nuvole e pioggia, alle tradizioni matrimoniali e alla festa degli spiriti famelici, eccetera eccetera... Sono cose che impari leggendo che affascinano perché fanno parte della cultura orientale in un modo che non potrà mai avvenire in occidente; la mentalità orientale, per certi versi, supererà sempre quella occidentale, che molte volte si basa sulla superficialità. Insomma, questo libro e anche Fiore di Neve e il ventaglio segreto, vi danno un mondo da scoprire e sul quale riflettere. Dopo averlo letto vi ritroverete come me a sperare che vi capiti l'occasione di un viaggio fra quelle terre.
3. Lo sposarsi della storia in sé con il periodo storico reale. La storia di Peonia (che poi diventerà Tong, ovvero Stessa) si sposa benissimo, ovvero si amalgama in modo stupendo con la reale storia di quel terribile periodo cinese della dinastia Ming, che viene sconfitta dai manciù o Mancesi, i quali dettero il via alla dinastia Qing, attraverso dei metodi brutali, quali violenze, stupri, assedi, assassinii, scorrerie... barbarie, insomma, che vengono riportate nel libro.
4. L'animo della protagonista. Colpisce e cambia nel corso della storia, diventando comunque più maturo dopo la morte, ma non dico di più, rischiando di cadere negli spoiler.
Per tutti questi motivi e altri che scoprirete leggendo, consiglio la lettura del libro, e se avete libri di scrittori cinesi o giapponesi o coreani o indiani o insomma quello che volete voi da consigliarmi, fate pure.



laranakermit19










venerdì 25 marzo 2016

Come un uragano-recensione☻☻☺☺☺

Non avere mai paura di uno scontro.
Anche quando i pianeti collidono, dal caos nasce una stella.
C. Chaplin


Come un uragano

Il probabilmente millesimo libro di Nicholas Sparks che vado a recensire si intitola Come un uragano. La motivazione per cui ho deciso di leggerlo è molto semplice; nella biblioteca in cui vado a rifornirmi della droga letteraria circa ogni tre settimane, era l'ultimo che mi mancava da leggere dell'autore, perciò è stata una scelta in parte obbligata.
Non dovrete quindi più sorbirvi recensioni su romanzi rosa di Sparks, in quanto con quest'ultimo ho deciso di chiudere i ponti con le sue storie. Mi dispiace, ma anche questa volta Nicholas Sparks mi ha lasciata molto delusa. 
Come un uragano è stato pubblicato dall'editore Frassinelli nel 2002, e sulla trama vi è stato sviluppato un adattamento cinematografico, che ho intenzione di vedere, più per curiosità che altro. La vicenda è ambientata, come tutti i romanzi di Sparks, nel North Carolina a Rodanthe (infatti il titolo americano sarebbe Nights in Rodanthe), dove si conoscono i due personaggi principali, Paul Flanner e Adrienne Willis.

Trama:
Un giorno Adrienne, madre di tre figli già nonna, racconta alla figlia, triste e depressa per la morte del marito, cosa le è accaduto tre anni prima, quando suo marito l'aveva lasciata per un'altra donna...

La mia recensione:
Ci sono tre punti che vorrei sottolineare, al fine di fare una recensione succinta ma pulita.
1. La storia è come un'autostrada. Il racconto è molto schematico, non ha nessun colpo di scena, perché fin dalle prima quaranta pagine sai come andrà a finire. Un buon racconto dovrebbe avere "curve", dovrebbe stupire e invogliare il lettore a leggere. Io l'ho letto tutto, ma, sinceramente, avrei preferito lasciarlo a metà, perché già dopo cento pagine ti stufa, non ha niente di che.
2. Le lettere. Io odio, odio e ancora odio i libri che si basano su lettere. Se poi sono lettere sdolcinate e romantiche fra cinquantenni come queste ancora di più. E' noioso, soprattutto quando trovi delle lettere lunghe cinque pagine, che ad ogni paragrafo ti chiedi quando finiscono...
3. Il finale. E' quasi uno dei peggiori che io abbia mai letto. Non perché finisca male, tra le lacrime, tutti morti eccetera, non per questo(anche perché non succede così), ma perché il libro finisce in pratica soltanto perché deve finire. Non me lo sarei mai aspettata da Sparks, ma anche lui in questo caso mi ha delusa, terminando in fretta e furia un libro che altrimenti avrebbe potuto essere bello.


laranakermit19



mercoledì 23 marzo 2016

La papessa-recensione☻☻☻☻☺

Credo nel Dio che ha creato gli uomini, non nel Dio che gli uomini hanno creato.
A. Kerr


La papessa

Il romanzo storico di Donna Woolfolk Cross La papessa è stato pubblicato nel 2011 dall'editore Newton Compton, e narra la vicenda di Giovanna, donna vissuta nell'Anno del Signore sulla quale sono nate molte leggende, prima fra tutte la sua consacrazione a Papa, o Papessa, che, a causa della scarsa documentazione dell'epoca (si stava per accedere all'Alto Medioevo) non è assolutamente confermata.
La protagonista è appunto questa donna, Giovanna, che si sostituisce al fratello morto in battaglia per continuare ad accrescere la propria formazione culturale in un mondo in cui libri e sapienza erano accuratamente preclusa alla popolazione femminile.

Trama:
Giovanna nasce nell'Anno del Signore 814, in un'epoca in cui le donne sono considerate empie, inferiori ed indegne di essere istruite. Divisa fra l'amore impossibile per un uomo e quello altrettanto impossibile per i libri, Giovanna sceglierà questa seconda via. Assume allora l'identità del fratello Giovanni e si nasconde per dodici anni in un monastero benedettino, finalmente libera di leggere, studiare e carpire i segreti delle arti e della scienza. 

La mia recensione:
Ci sono tre motivi per cui questo libro mi è piaciuto particolarmente, perciò sarà una recensione relativamente breve.
1. Fa irritare. Siccome ci si trova in un'epoca in cui le donne venivano trattate come animali (se non peggio) tutto il libro è concentrato su questa violenza, che viene percepita quasi come impossibile. E a me ha dato molto, ma molto fastidio leggere fin dalle prime righe le scene in cui una donna veniva picchiata o se ne parlava come fossero esseri realmente inferiori. Ma provare questo fastidio mentre leggo un libro mi piace, perché mi invoglia ad andare avanti.
2. Lo spirito di Giovanna e il suo carattere. Giovanna è una donna da prendere da esempio, perché niente è riuscito a fermare il suo amore per la cultura e la sapienza. Il fatto che stuzzica e corregge tutti i suoi insegnanti, poi, me la fa piacere ancora di più. E' un po' come accade con Ermione Granger in Harry Potter (mi riferisco al primo libro). E' una secchiona insopportabile so-tutto-io, ma non puoi non amarla perché è divertente e sbarazzina.
3. L'amore impossibile. Fin dall'inizio si sa che l'amore fra Giovanna e Gerardo non può esistere e in un certo qual modo deve finire, ma il fatto che non accada ti spinge a leggere la storia tutto d'un fiato senza fermarti.
E secondo me l'ambientazione, le descrizioni, i personaggi e la loro psicologia sono tutti punti descritti veramente molto bene.


laranakermit19




domenica 20 marzo 2016

Jane Eyre-recensione☻☻☻☻☻

Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l'acqua remota.
C. Pavese


Jane Eyre

Un altro libro che merita di essere raccontato. Jane Eyre, di Charlotte Brontë.
Si tratta di un romanzo di formazione ambientato nei primi decenni del XIX secolo uscito per la prima volta nel 1847 sotto lo pseudonimo di Currer Bell.
Si tratta del capolavoro indiscusso dell'autrice inglese, e devo dire che in effetti è uno dei migliori libri che mi sia mai capitato di leggere.
Il racconto è "autobiografico" (tant'è che in origine il titolo era Jane Eyre: An Autobiography): la protagonista parla direttamente al lettore. Le descrizioni sono minuziose ma non noiose e si ritrova un grande studio sul punto di vista psicologico, sentimentale e morale dei personaggi. La vicenda si svolge in Inghilterra, nella residenza dell'importante famiglia dei Rochester, Thornfield Hall, da cui si svilupperà una trama ricca di segreti, amore e colpi di scena.

Trama:
La storia di Jane Eyre, una bambina orfana che viene cresciuta dagli zii. Qui però i cugini la deridono e la zia la maltratta. L'unico ad amarla è lo zio, che però muore prematuramente. La zia la manda allora in un insalubre collegio, dove vengono ospitate ragazze senza genitori. Vi resta per un certo periodo di tempo, terminando gli studi e divenendo insegnante. Annoiata però dalla mondanità dell'istituto decide di inserire un annuncio sul giornale, grazie al quale viene contattata dalla signora Firefax, la quale la invita a lavorare alla tenuta di Thornfield Hall...

La mia recensione:
Cinque stelle (anzi faccine) perfettamente meritate. So che sembrerà scontato, ma non lo è. 
Jane Eyre mi è piaciuto molto perché non è stato come me l'aspettavo. Intanto la storia, in un'epoca come quella in cui è stato scritto il romanzo, è veramente insolita, e anche gli argomenti trattati. Il fatto poi che non sia l'amore il sentimento prevalente su tutti da' solo punti in più al complesso. Mi è piaciuta poi la figura di Edward Rochester, protagonista maschile; cioè, in realtà all'inizio mi stava abbastanza sulle palle, quando ancora era gentile, ma poi quando si è trasformato in un "bastardo" mi è iniziato a stare più simpatico. 
E il finale non me l'aspettavo.
Mi è piaciuto il fatto che una vola tanto sia la donna che detta le regole e non il contrario. Jane Eyre è bella, indipendente e "trasgressiva", per quanto potevi esserlo nell'Ottocento. 
Perciò, ne consiglio la lettura, dal momento che è molto semplice e scorrevole e non si tratta di un numero esagerato di pagine.

laranakermit19




sabato 19 marzo 2016

Shiver-recensione☻☻☻☻☺

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e quieta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna.
G. Leopardi

Shiver

Rieccomi qua con la recensione di un libro easy da leggere, ma veramente, veramente meritevole, tanto che sono riuscita a leggermelo in due soli giorni, da tanto che mi ha presa.
Perciò, ecco qua Shiver, ovvero "Brivido", il primo libro di una serie di quattro.
Pubblicato nel 2010, narra la storia di due ragazzi, Grace e Sam, che non sono del tutto normali. Infatti, neanche a dirlo, Sam (o Samuel) è in realtà un licantropo ovvero, per chi non lo sapesse, un uomo che si trasforma, secondo le leggende durante le notti di luna piena, in lupo, dimenticando la ragione e diventando ferino in tutti gli aspetti. Ovviamente, così non è per i lupi di Maggie Stiefvater, l'autrice, che ci presenta un'altra ipotesi per quanto riguarda la trasformazione uomo-animale, ma questo lo vedremo poi.
La Stiefvater, nata ad Harrisonburg nel 1981, oltre alla saga di Shiver ha scritto la tetralogia de The Raven Boys (di cui mi rifiuto di tradurre il titolo, perché lo si storpierebbe in modo orribile e basta). Riguardo a codesta saga mi sono giunte molte buone voci, perciò è nei miei programmi leggerla a breve. Ha poi scritto il romanzo La corsa delle onde (di cui io, personalmente, consiglio la lettura, dal momento che è veramente un bel libro e la trama non è scontata come si potrebbe pensare) e Kiss me Deadly (che non ho letto, ma ho riportato qua perché molto francamente mi ispirava il titolo).

Trama:
Grace e Sam non si sono mai parlati, ma da sempre si prendono cura l'uno dell'altra. Perché Grace, fin da piccola, sorveglia i lupi che vivono nel bosco dietro casa sua, e in particolare uno dotato di magnetici occhi giallo, che negli anni è diventato il suo lupo. E perché Sam, da quando era bambino, vive una doppia vita: lupo d'inverno, umano d'estate.Il caldo gli regala pochi preziosissimi mesi da essere umano prima che l'inverno lo trasformi di nuovo. Grace e Sam ancora non si conoscono, ma tutto è destinato a cambiare, con la misteriosa morte di un ragazzo a scuola...

La mia recensione:
Devo dire che sono stata un po' più del solito per decidere quante stelle dare a Shiver. Anzi, faccine. Notate quanto sono carine, plz. Ci ho messo un'eternità per capire come trasportarle da un documento all'altro, ma alla fine ce l'ho fatta. Fatto sta che alla fine ho deciso di puntare più sul quattro che sul cinque, ma non perché non mi sia piaciuto tanto quanto altri a cui ho dato cinque, ma solo perché oggi mi sento molto critica. Perciò oggi va così. 
Mi sono resa conto che l'autrice rispetto a La corsa delle onde, che è stato uno dei più bei libri d'infanzia che io abbia mai avuto, in due anni ha cambiato totalmente modo di scrivere, in meglio. Shiver è molto leggero, e se fosse una persona, direi che potrebbe quasi definirsi un libro sbarazzino, mentre La corsa delle onde è più impegnativo, ma non nel senso di pesante, impegnativo solo per il fatto che ha molti più pensieri e considerazioni. Ma può anche essere che sembri solo a me. 
Comunque, Shiver mi è piaciuto un sacco. Anche perché mi ha intrigato il fatto che i lupi mannari nel libro della Stiefvater, non hanno ritorno alla forma umana quando vogliono, come per esempio succede in Twilight, ma sono sottomessi al cambiare delle stagioni. E poi, dopo un tot di tempo che hanno contratto il primo morso, diventano inevitabilmente lupi per tutta la vita. Perciò mi sono detta "ma wow, che cosa intrigante" e così è stato, ma se lo leggerete, capirete che è una cosa allo stesso tempo curiosa e angosciosa. E mi è piaciuto anche che all'inizio del libro Grace provava moltissimi pregiudizi per Isabel (scoprirete chi è), ma durante il libro, per una serie di cose arrivano a conoscersi meglio e a superarli, e quindi questa cosa mi è piaciuta molto, perché è una cosa su cui di può riflettere a lungo. Il fatto di leggere all'aria aperte, poi, distesa sull'erba di un parco, fra una cacca e l'altra, rende tutta la storia molto più eccitante e realistica, per gli odori e i rumori che si avvertono nell'aria. Perciò lo consiglio, andate a leggere all'aperto, quando potete.


laranakermit19

P.s. E poi ammettetelo. E' una copertina bellissima.




sabato 9 gennaio 2016

Uno splendido disastro-recensione★☆☆☆☆

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano.
Se allevierò di una vita
o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.
E. Dickinson


Uno splendido disastro

Il prossimo libro che andrò a recensire sarà uno dei più conosciuti e gettonati (dalle ragazze) dell'ultimo anno. Di che libro sto parlando? Attenzione, attenzione, si tratta proprio di Uno splendido disastro, primo di una purtroppo lunga serie.
Recentemente sono finita su siti online che lo pubblicizzavano e, a parte il prezzo dalle cifre astronomiche (16,90 euro per quattro parole messe in croce), ho trovato un'altra cosa che mi ha fatto inorridire nel profondo: "Un piccolo miracolo. Un successo nato dal passaparola dei lettori". E qui mi è pericolosamente salita la bile. Intanto non è un miracolo. E' un libro, una cacatina oscena che saprebbe scrivere chiunque; successo purtroppo lo è, perché a quanto pare tutte le ragazze adolescenti sono finite per leggerlo, in un modo o nell'altro; ma il fatto che sia nato dal passaparola dei lettori mi ha fatto proprio incazzare. I lettori in questo caso (anzi, lettrici, perché nessun lettore maschio con un po' di cervello si arrischierebbe a leggere una storia di questo genere) dovevano tagliarsi la lingua di netto. 
Che poi, mi chiedo. Ma l'editore doveva essere sotto l'effetto di droghe molto potenti per trovare interessante un libro come questo. Vi giuro, in tutti i modi possibili non sono riuscita a rendermi neanche un po' piacevole la lettura, è stato uno strazio.
Comunque, meglio andare avanti e lasciare tutti gli insulti per dopo.
I personaggi, l'epoca, i luoghi e l'autrice.
I personaggi, meraviglia delle meraviglie, sono due ragazzi, universitari o come li volete chiamare, Abby Abernathy, classica sfigata vergine che pensa di essere una cessa ma che in realtà tutti si vorrebbero fare, e Travis Maddox, affascinante ragazzo con un passato burrascoso che si fa cadere ai piedi mille ragazze ma preferisce (ovviamente) Abby. Wow, è proprio strano! Quando si dice le coincidenze.
La storia è ambientata nell'epoca contemporanea alla Eastern University.
L'autrice è Jamie Mc Guire (che all'inizio pensavo fosse un uomo) ha scritto questo e altri libri e dal mio punto di vista poteva benissimo farne a meno (tanto per darvi un'idea della fantasia: Il mio disastro sei tu, Un disastro è per sempre, Uno splendido sbaglio, Una meravigliosa bugia, Un magnifico equivoco, Un'incredibile follia, Un indimenticabile disastro. Sapete, io ho sviluppato una teoria sul perché la Mc Guire avesse dato titoli così stupidi, melensi ed osceni e, non so se l'avete notato, tutti UGUALI ai suoi libri. Secondo me voleva semplicemente fare rincretinire le sue fan finché non avessero capito più niente e avessero apprezzato quello che leggevano. Tutto torna).

Trama:
Camicetta immacolata, coda di cavallo, gonna al ginocchio. Abby Abernathy sembra la classica ragazza perbene, timida e studiosa. Ma in realtà Abby è una ragazza in fuga.
Travis Maddox di notte giuda troppo veloce sulla sua moto, ha una ragazza diversa per ogni festa e attacca briga con facilità.
C'è una definizione per quelli come lui: Travis Maddox è il ragazzo sbagliato per eccellenza.



La mia recensione:
Voi ora  non potete vedermi, ma io sto ridendo un sacco. 
Ho persino tagliato la trama originale perché mi sembrava troppo stupida per poterla trascrivere, e così è. Io l'ho finito di leggere già un anno fa o poco più e ora che mi sono rinfrescata la memoria su quante idiozie sono sepolte in quel libro, giuro che la prossima volta che qualcuno me ne parlerà bene gli riderò in faccia. Mi dispiace, ma non riesco ad apprezzare i libri profondamente commerciali come questi.
E mi spiace doppiamente, ma ho deciso di fare una recensione a punti. Così, ecco i miei motivi secondo cui, per me, non dovreste leggere questo libro. O meglio, leggetelo, ma tanto per farvi quattro risate.
1. I personaggi principali. Abby e Travis sono esattamente il top della commercialità in fatto di personaggi. Non hanno uno spessore morale, non hanno idee, non hanno niente ma hanno un passato burrascoso alle spalle. Eh sì, perché al giorno d'oggi, se un personaggio non è depresso, non ha subito violenze o non è orfano, allora non fa notizia, allora è un personaggio che non conta niente. Fateci caso, è scoprirete che in tanti degli ultimi libri usciti da poco qualcuno dei personaggi principali ha avuto dolore nella sua vita passata, perché questa è una grande tattica commerciale, far interessare il lettore al personaggio in base a quello che gli è successo in passato. 
2. Abby. Abby, anche lei, è stupida come un'anguilla, anche se la trama dice il contrario, ovviamente. Inoltre, ha la puzza sotto il naso e passa il suo tempo ad osservare Travis e giudicarlo. Com'è ovvio, è la classica cessa piatta e vergine che piace a mezza scuola, tanto che riceve persino un braccialetto di diamanti da uno di quei poveracci che le correvano dietro (poi certamente lei glielo ritorna, perché lei è giusta, buona e dolcissima, e soprattutto è Abby). Il fatto che si contraddica in ogni pagina non fa che aumentare l'astio nei suoi confronti.
3. Travis. Se Abby è una stupida, allora Travis è un idiota. Ma, indovinate un po'? Anche lui ha un passato oscuro alle spalle! Ma no! Che colpo di scena, non l'avrei mai detto. Anche lui prevedibile in ogni aspetto, non ha niente di speciale o diverso da un qualsiasi altro ragazzo che si comporta da bulletto. Che poi, cara Mc Guire, vorrei farti notare che 'sti due sono all'Università e si comportano come dei gattini in calore. Ma dov'è finita la maturità?
4. La storia non ha nessun colpo di scena e, a tre quarti c'è un capitolo che non ha alcun senso, dalla prima all'ultima pagina del capitolo. Vi spoilero la fine, tanto l'avrete già intuita, spero. I due, come in una favola, felici e contenti se ne vanno a Las Vegas a sposarsi e lei si fa tatuare la scritta 'Mrs. Maddox' sulla pancia (che poi, perché sulla pancia?), scopano e fine.
5. C'è un'altra versione parallela! Cavolo, un'altra versione è stata scritta dalla Mc. Guire, riferendosi alla stessa storia, ma dal punto di vista di lui, mentre Uno splendido disastro è raccontato da lei. Purtroppo, ho letto anche quel libro lì, per cui mi toccherà fare la recensione anche di quello, ma tra molto, molto tempo.
6. Diabete. Tutto ciò che succede è inzuccherato in modo inverosimile, attenzione chi ha problemi di glicemia, i valori potrebbero alzarglisi improvvisamente di tantissimo.
7. Le descrizioni. Quando io leggo un libro, mi aspetto che i luoghi e gli avvenimenti vengano descritti. Qua sembra che la Mc. Guire non sappia cosa sia un aggettivo o cosa voglia dire la parola 'descrizione'.
8. La copertina è oscena.

E dopo aver felicemente smontato questo libro,vi saluto



laranakermit19





venerdì 8 gennaio 2016

Le cronache di Narnia★★★★★

Siamo della materia di cui sono fatti i sogni.
W. Shakespeare


Narnia

Premessa: Narnia (The cronicles of Narnia) è il mio libro preferito in assoluto e guai a chi lo tocca.
Detto questo recensisco il secondo libro della giornata.
Le cronache di Narnia è una serie composta di sette libri, romanzi per ragazzi, che parla del mondo fantastico di Narnia, a cui si accede a volte con degli anelli, con un armadio, un quadro o una porta. E' ovviamente un fantasy, ma tratta anche temi cristiani e mitologie greche/romane, e questo può essere un motivo in più sulla lista per farci un pensierino. 
I sette libri sono, nell'ordine di pubblicazione:
1950-Il leone, la strega e l'armadio
1951-Il principe Caspian
1952-Il viaggio del veliero
1953-La sedia d'argento
1954-Il cavallo e il ragazzo
1955-Il nipote del mago
1956-L'ultima battaglia
Quindi, capite bene che dev'essere stato un lavorone produrre queste sette meraviglie, perché meraviglie sono veramente.
I personaggi, l'epoca, i luoghi, il titolo e l'autore.
I personaggi che compaiono durante i sette libri e che hanno accesso al mondo di Narnia sono sempre bambini o ragazzi, solo nell'ultimo libro, La battaglia finale, accede a narnia una giovane donna, Susan.
I personaggi sono quindi questi:
Susan Pevensie
Caspian X
Lucy Pevensie
Edmund Pevensie
Susan Pevensie
Peter Pevansie
Eustachio Scrubb
Jill Pole
Di sicuro ne avrò dimenticato qualcuno, ma se mi verrà in mente lo scriverò.
L'arco temporale in cui avvengono i fatti di Narnia varia, dalla Seconda Guerra Mondiale ad un'epoca in cui si girava ancora con cavalli e carrozze, per fare un esempio. Be' poi ovviamente, Narnia, da tale posto magico qual'è, possiede anche una scansione temporale tutta sua: anni, decenni o millenni possono valere un secondo della realtà o meno. Pensa che figata, vivere anni in un mondo, fare nuove esperienze, e poi tornare a casa che non è cambiato niente da quando sei partito.
I luoghi in cui sono ambientati i libri, ormai lo avrete capito, sono Londra e Narnia. Ma perché, vi chiederete voi, Clive Staples Lewis ha deciso di chiamare così il suo mondo incantato? A caso. Quando gli è stata posta questa domanda Lewis ha semplicemente risposto che, su un atlante che aveva acquistato nel 1904, sul quadrante otto, c'era una mappa dell'Italia antica. Ebbene sì, il mondo fatato di Narnia si può dire abbia "origini" italiane. Infatti in Umbia c'era questo posto chiamato Narnia, in italiano 'Narni', e allo scrittore piaceva la pronuncia di questa parola. Tutto qua. Il nome Narnia è stato scelto a caso, nel vero senso della parola.
L'autore Clive Staples Lewis era amico nientepopodimeno dello scrittore Tolkien, che tutti ricordiamo per averci donato opere di straordinaria bellezza e importanza letteraria quali The Hobbit e The Lord of the Rings. La biografia di Lewis è molto interessante e importante per i riscontri che ha avuto nella stesura delle sue opere, ma un fatto importante è l'abbandono della fede cristiana  a quindici anni e nel 1923 l'ingresso all'Università di Oxford, dove incontrerà appunto Tolkien, il quale fu molto importante nella vita dello scrittore, tanto da farlo riconvertire alla religione del cristianesimo, tema che si ripercuoterà sulle sue opere. Nel caso de Le cronache di Narnia, infatti, Aslan, il leone, simboleggia Dio, e tanti sono i riferimenti metaforici al Cristo.

Trama (Il leone, la strega e l'armadio):
Durante la Seconda Guerra Mondiale i quattro fratelli Peter, Susan, Edmund e Lucy sono costretti a trasferirsi nella casa di un professore. Un giorno, giocando a nascondino, la sorellina più piccola, Lucy, scopre che, attraverso un armadio, si accede a un magnifico mondo incantato. Narnia.

Trama (Il principe Caspian):
Mentre stanno per prendere il treno per tornare a scuola, i quattro fratelli Pevensie sono richiamati a Narnia. Giungono alle rovine di Cir Paravel, che è stata conquistata dai Telemarini. I quattro fratelli cercano allora di aiutare il vero re di Narnia, Caspian, a sconfiggere il terribire re Miraz, con l'aiuto di Aslan.

Trama (Il viaggio del Veliero):
I fratelli Lucy ed Edmund sono in vacanza dall'odiato cugino Eustachio. Mentre guardano un dipinto questo si anima e li riporta a Narnia, dove i tre vivranno un'avventura marina con re Caspian alla ricerca di sette cavalieri esiliati da re Miraz nelle Isole Solitarie, ai Confini del Mondo.

Trama (La sedia d'argento):
Eustachio e Jill sono due alunni alla scuola Sperimentale, annoiati. 
Mentre stanno scappando dai bulli (i quelli) si ritrovano catapultati nel mondo di Narnia. I due, sotto ordine di Aslan, devono trovare Rilian, figlio del re di Narnia, rapito e soggiogato da una strega malefica, che lo incatena ad una sedia d'argento.

Trama (Il cavallo e il ragazzo):
L'episodio inizia a Calormen, e riguarda un ragazzo, Shasta, desideroso di andare a Narnia, di cui ha tanto sentito parlare. Durante il viaggio incontra Aravis e Aslan, che gli da' il compito di proteggere re Luni dal tentativo di invasione di Rabadash.

Trama (Il nipote del mago):
Digory e Polly sono due amici che abitano a Londra in due case comunicanti.
Lo zio di Digory è un mago cattivo che vuole usare i due bambini per sperimentare degli anelli magici che li porteranno in un mondo fantastico. I due arrivano in un modo che sta per finire la sua vita e liberano una regina, Jadis, che li seguirà nel mondo reale. I bambini cercano di riportarla indietro riutilizzando di nuovo gli anelli, ma arrivano a Narnia, dove assistono alla nascita del nuovo Mondo.


Trama (L'ultima battaglia):
La storia comincia a Narnia durante il regno di Tirian, pronipote di Rilian.
Una scimmia e un asino ingannano gli animali parlanti di Narnia indossano una pelle di leone e fingendo di essere Aslan, il re del mondo. Re Tirian, però, non vuole cadere nell'inganno, e si trova così costretto a richiamare al mondo incantato Peter, Edmund, Susan, Lucy, Eustachio e Jill che lo aiuteranno a sconfiggere il male e a far vincere il bene.



Unica cosa che ancora dico su Narnia è che la mia scena preferita in assoluto di tutto il libro (chi l'ha letto capirà perché) è quella del lampione, quando questo cresce nel nuovo terreno fertile di Narnia e rimane un punto fisso in tutti gli altri libri seguenti. Mi piace pensare che il lampione sia metafora della mente umana: irremovibile, sempre presente e costante, finché non viene distrutta e resa inutilizzabile.
Se sei arrivato alla fine di questa recensione ancora integro, puoi benissimo affrontare le milleduecento pagine di Narnia. Buona fortuna, e lasciati travolgere da un'esperienza magica!



laranakermit19

13-recensione★★★★★

Se mi allontano due giorni
i piccioni che beccano
sul davanzale
entrano in agitazione
secondo i loro obblighi corporativi.
l mio ritorno l'ordine si rifà
con supplemento di briciole
e disappunto del merlo che fa la spola
tra il venerato dirimpettaio e me.
A così poco è ridotta la mia famiglia.
E c'è chi ne ha una o due, che spreco, ahimè.
E. Montale


Tredici

Ciao a tutti.
Oggi volevo introdurre brevemente l'ultimo libro che ho appena finito di leggere (dieci minuti fa, il tempo di aprire il computer) e che mi è piaciuto un sacco, come puoi vedere dalle stelline. Sono cinque, esatto! Una rarità, di questi tempi.
Be', il libro in questione è 13 ( Th1rteen R3asons Why è il titolo originale) uscito non da molto, precisamente nel 2008. Su Wikipedia lo definiscono come thriller psicologico, ma io non sono del tutto concorde con questa spiegazione. Lo definirei un thriller rosa perché la storia "portante" è sicuramente un thriller, ma la storia che si sviluppa dietro le quinte, nel retroscena è rosa, romantica. Detto questo, ecco spiegato perché troverete scritto 'thriller rosa' nella categoria del genere letterario. Ovviamente non contesto ciò che viene scritto su Wikipedia, ma per me nella storia si trova più una scia romantica che psicologica, e sono ben altri i libri che veramente esplorano a fondo la psicologia umana.
Detto questo vi presento personaggi, epoca, luogo e autore.
I personaggi principali sono Clay Jensen e Hannah Baker, due normalissimi liceali americani. La storia si svolge nell'epoca contemporanea negli Stati Uniti, in California.
L'autore è Jay Asher, scrittore statunitense di libri Young Adult (anche se, di tutti i suoi libri, io ho letto solo quello in questione adesso). 13 ha vinto numerosi premi venendo valutato a cinque stelle dal Teen Book Rewiew e ricevuto ottime critiche. Jay è attualmente sposato.

Trama
Di ritorno dalla scuola Clay Jensen trova davanti alla porta di casa un pacchetto indirizzato a suo nome, senza il mittente.Dentro al pacchetto ci sono sette audiocassette numerate. Durante l'ascolto Clay scopre che a registrarle è stata Hannah Baker,la ragazza di cui è innamorato, ma che si è suicidata due settimane prima. Hannah ha registrato tredici episodi della sua vita raccontate dal suo punto di vista e ognuna dedicata ad una singola persona con cui ha avuto a che fare. I tredici episodi rappresentano i tredici motivi per cui lei ha deciso di suicidarsi. Anche Clay ha avuto un ruolo nella vicenda, ed è deciso a scoprire quale.



"Le regole sono semplicissime. Solo solo due.
Regola numero uno: ascoltare.
Regola numero due: consegnare il pacco agli altri"

"Tu, fortunato numero tredici,
sei liberissimo di portare le audiocassette con te all'Inferno.
Chissà, magari ci rivedremo laggiù... sempre se ci credi"



La mia recensione:
Non posso realmente esprimere quanto questo libro mi sia sembrato fantastico in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue sfaccettature. E' bellissimo, e c'è poco altro da dire, ma ora voglio provare a spiegarti perché dovresti leggerlo anche tu.
1. E' un libro che, anche se dedicato ad un pubblico adolescente, tratta un tema come il suicidio in modo profondo e chiaro, senza giri di parole e con un pizzico di sarcasmo e comicità che non sta mai male. 
2. In questo libro non ci sono tabù. Viene tutto detto e descritto con parole chiare, ferme e semplici, cosicché non diventi troppo struggente da leggere. Anche le scene "piccanti" per così dire sono trattate in modo sincero, senza tutta la fanfara che invece a volte si ritrova in tanti libri.
3. E' un thriller. Non c'è un assassino o un segreto oscuro da ghermire fra le righe, ma dei motivi, delle argomentazioni che la protagonista Hannah porta a favore del suo gesto estremo. E' un bel modo per strutturare un thriller, anche se non è convenzionale.
4. E' una storia originale. Checché se ne dica, io non ho mai trovato in giro una storia simile a questa. L'idea di affrontare il tema del suicidio attraverso delle audiocassette è geniale, perché è nuovo ed interessante.
5. Si conoscono i pensieri del protagonista maschile e di quello femminile. Già, in poche parole, l'autore è riuscito a rendere (in una scena in particolare, ma non dico quale) una fusione di attimi e menti. Spiegandomi: il libro è strutturato con la storia del presente, quella portante, che si compone praticamente dei pensieri del ragazzo, Clay, che rivolge la sua attenzione alla voce di Hannah, inframezzato proprio dalla storia del passato, ovvero quella che viene raccontata nelle audiocassette. E nella scena che dicevo ogni cosa detta dal punto di vista femminile viene ripetuta, smentita o ribattuta da un pensiero maschile, cosicché chi sta leggendo riesce a farsi un'idea a trecentosessanta gradi della situazione, conoscendo tutti i punti di vista.
6. A suo modo è drammatico. Certo, anche se ci sono parti sarcastiche e divertenti, sotto sotto si avverte sempre la presenza del suicidio. Ovviamente la fine è tragica, ma non è un segreto, la tipa si è suicidata, cavolo! Però la vera tragicità sta nel fatto che il ragazzo si accorge di che splendida ragazza Hannah era solo dopo che lei è morta.
7. Il ragazzo è un romanticone. Questo è un punto in più per il libro. Perché Clay non è un romantico di quelli scassa balle che ti portano rose e fiori ogni momento, facendoti ingrassare e morire di allergia al polline. No, Clay è dolce ma anche timido. Per tutto il tempo in cui può avvicinare Hannah non si decide, perché pensa di non essere adatto a lei e di non essere all'altezza della sua reputazione. Ma, cosa (se si può) ancora più carina, Clay si innamora perdutamente di lei dopo che è morta. La capisce ascoltando quelle audiocassette. Capisce il messaggio che Hannah ha voluto dare a quei tredici, anche a quello che le ha detto di fare finta di niente, di voltare pagina. Ha lanciato un urlo, ha detto la sua. Ha detto loro: "Svegliatevi! Non è quello che credete il mondo in cui vivete! Accorgetevi di chi vi sta accanto!" Ed è proprio di questa Hannah che Clay si è innamorati, della Hannah che ha scoperto nelle audiocassette, della Hannah che si è arresa ma che comunque un segno l'ha lasciato. Anch'io mi sono innamorata di lei, è impossibile impedirlo.

Scusate se mi sono dilungata tanto



laranakermit19