venerdì 16 ottobre 2015

The Host-recensione★★★★★

Ebbene sì, The Host (L'ospite) ha cinque stelle meritate!
Nonostante abbia letto decine e decine di recensioni di lettori scontenti del nuovo libro di Stephenie Meyer, a me questo è piaciuto decisamente più dei precedenti, ma vi spiegherò in seguito la mia ipotesi riguardo al fatto che The Host non abbia riscosso successo come la precedente e fin troppo famosa saga vampiresca.
Pubblicato nel maggio 2008 dalla casa editrice Rizzoli (ne è stato tratto l'omonimo film cinque anni più tardi) si tratta di un romanzo fantascientifico. Il sottogenere fantascienza si discosta dal tradizionale fantasy per il fatto che il primo cerchi di dare delle spiegazioni logiche, razionali e scientifiche agli avvenimenti sovrannaturali che avvengono nella storia, mentre nel fantasy è come essere in un sogno: tutto ciò che succede è considerato normale, anche se ci sono personaggi come fatine, demoni o che so io come personaggi.
Stephenie Meyer è nata nel 1970. Vive in Arizona con il marito e tre figli. La tetralogia sull'amore tra l'umana Bella e il vampiro Edward, comprendente Twilight, New Moon, Eclipse  e Breaking Dawn, ha riscosso uno straordinario successo, con milioni di copie vendute in tutto il mondo. The Host esce in Italia in contemporanea con l'edizione americana.

Trama:
In un futuro non troppo lontano, la specie umana sta scomparendo. Un'altra razza, aliena, potente e intelligentissima, ha preso il sopravvento, e i pochi umani rimasti vivono nascosti, raccolti in piccole comunità di fuggiaschi. Tra loro c'è Jared, l'uomo che la giovane Melanie, da poco caduta nelle mani degli "invasori", ama profondamente, e non riesce a dimenticare. Neppure adesso che il suo corpo dovrebbe essere niente di più di un guscio vuoto, un semplice involucro per l'anima aliena che le è stata assegnata. Perché l'identità di Melanie, i suoi ricordi, le sue emozioni e sensazioni, il desiderio di rincontrare Jared, sono ancora troppo vivi e brucianti per essere cancellati, Così l'aliena Viandante si ritrova, del tutto inaspettatamente, invasa dal più umano e sconvolgente dei sentimenti, l'amore. E, spinta da questa forza nuova ed irresistibile, accetta, conto ogni regola e ogni istinto della sua speie, di mettersi alla ricerca di Jared. Per rimanere coinvolta, insieme all'ostinata, appassionata Melanie, nel triangolo amoroso più impossibile e paradossale, quello fatto di tre anime e due soli corpi.



"Le vite umane erano ingarbugliate da legami assurdi.
Che disastro."

"Cosa mi faceva preferire l'amore degli umani
a quello della mia specie?"

"Non sapevo perché lo avessi desiderato
così disperatamente."




La mia recensione:
Allora, incomincio prima di tutto col spiegare la mia ipotesi: secondo me The Host non è stato molto apprezzato perché molti lettori sono andati dietro all'autrice. Mi spiego meglio; secondo me molti di quelli che hanno letto il libro pensavano fosse una storia come la saga di Twilight, ma trovandosi davanti un qualcosa di così diverso, scritto meglio, con periodi e frasi più complesse, penso abbiano chiuso il libro a metà o lo abbiano finito con sforzo. Perché è una storia tutt'altro che simile a Twilght (che, diciamolo, era di una banalità immensa), sia per i contenuti che per la forma sintattica. Okay, anche qua c'è una storia d'amore, e anche un triangolo amoroso, ma sono spiegati così diversamente rispetto alla saga vampiresca, cioè bene, che questa "banalità" tipica del romanzo rosa passa in secondo piano e perde via via importanza, eccetto che alla fine che ha dei momenti di spannung (tensione) così belli e così forti che più volte mi sono trovata sull'orlo delle lacrime per poi cedere definitivamente. 
Per cui, io mi sono trovata nella mia fidata biblioteca e vedendo The Host vicino alla famosa saga ho pensato:
-O mio dio, no... un altro romanzo della Meyer...-
E poi mi sono detta:
-E' infantile parlar male di qualcosa che non si conosce. Provo a leggerlo, poi se fa cagare come gli altri al massimo non lo finisco.-
E invece mi ha fatto tutto fuorché schifo. Giuro, sono 567 pagine, ma l'ho letto in cinque giorni, nonostante fossi sempre a scuola, e anche in quel caso leggevo comunque, e con la mia fidata amica lettrice vicino ci eclissavamo insieme durante le spiegazioni di inglese o matematica, per immergerci nei mondi creati dalla Meyer o dalla Stiefvater, di cui ho letto solo un libro, ma ho intenzione di rimediare al mio peccato di ignoranza letteraria molto presto (a proposito, al momento sto leggendo quattro libri, ma vorrei recensire il prima possibile Shadowhunters #2).
La cosa che più mi preme di dirvi è quanto mi ha sorpreso il fatto che la Meyer sembri mille volte più matura in questo libro che negli altri che ha scritto, nonostante The Host sia stato pubblicato tra l'uscita di Eclipse e Breaking Dawn. Cioè, è scritto benissimo, ed è anche più difficile di molti altri libri, tanto che certi passaggi me li sono dovuti leggere più volte, prima di capirli. Penso che mi sia piaciuto di più questo romanzo perché l'amore non ha tanto peso, in questa storia, sono più presenti altri valori, quali il valore e l'amicizia. Poi, ovvio, c'è l'innamoramento e tutte quelle cretinate là, ma molto meno che in Twilight & Co.
L'unica pecca che devo purtroppo "segnalare" è la mancanza di sfiga; infatti, in tutta la storia, quasi niente va male e tutto fila liscio. Non mi lamento, mi piace quando le cose vanno bene, rose e fiori, ma a lungo andare non è realistico e rischi di annoiare, anche se per me con The Host non è successo. Ora mi resta solo da aspettare che Alice lo legga!



Ciao!
laranakermit19



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