giovedì 10 settembre 2015

Io prima di te-recensione★★★★☆

Ciao a tutti! 
Ieri, essendo andata a Venezia alla Peggy's Guggenheim Collection, non ho avuto il tempo materiale per collegarmi ad internet e scrivere una recensione, ma ho avuto tempo più che sufficiente durante i viaggi di andata e ritorno per terminare un libro di cui vi avevo già accennato qualcosa, Io prima di te di Jojo Moyes.
Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Mondadori nel 2012, perciò è un libro recente che solo negli ultimi anni ho trovato in biblioteca, dove l'ho preso. All'inizio non mi ispirava, la trama che si trova nelle "alette" o "bandelle" non è per niente stimolante, ma siccome ho già praticamente letto mezza biblioteca e quello che mi rimane in sostanza sono i testi teologici, ho preferito prendere questo e immergermi nella lettura, sperando di avere qualcosa da raccontare ai miei fidati lettori sul blog. E, effettivamente, ho molto da raccontare, ma prima la parte tecnica.
Si tratta di uno young adults, un libro per adolescenti ma anche adulti che vogliono provare a leggere qualcosa di nuovo e più impegnativo del giornale mattutino. 
L'autrice e Jojo Moyes (specifico che si tratta di una donna, perché anche io all'inizio pensavo fosse dell'altro sesso), nata e cresciuta a Londra. Scrittrice e giornalista, ha lavorato all'Indipendent per dieci anni prima di dedicarsi alla scrittura. Attualmente è una dell più affermate scrittrici in Inghilterra.
I suoi romanzi sono sempre in testa alle classifiche e riscuotono grande successo tra critica e pubblico. Io prima di te è il libro più votato nella storia del "Richard and Judy Book Club" (che vi consiglio di visitare). 
L'autrice attualmente vive in Essex con il marito e tre figli.

Trama:
A ventisei anni Louisa Clark sa esattamente quanti passi ci sono tra la fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in discussione.
A trentacinque anni, Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto vittima gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti variopinti.



"Si può aiutare solo chi vuole essere aiutato."

"Io voglio che lui viva.
Ma voglio che viva se è lui a desiderarlo.
Se non è così, se lo costringiamo a tirare avanti,
non importa quanto gli vogliamo bene:
diventiamo solo degli altri stronzi che gli impediscono di fare le sue scelte."

"Il mondo si è ristretto a me e lui."



Nonostante le frasi che potete leggere qui sopra, il libro non è per niente sdolcinato o eccessivamente romantico, anzi mi è piaciuto molto proprio perché si sviluppa su un tono sarcastico e pungente di un uomo che crede di non avere più nessun motivo al mondo per vivere.
Nonostante abbia scritto del fatto che sia un genere young adults (ed è così) sono comunque piuttosto convinta si tratti, da un certo punto di vista, di un testo argomentativo; il libro riporta, nero su bianco, una discussione che già da molto tempo ottiene critiche, positive e negative. Si tratta del fatto di poter lasciare decidere, per etica, ad un malato terminale cosciente, o una persona senza possibilità di riprendersi da traumi conseguenti incidenti, di uccidersi, con il consenso delle persone vicine, per porre fine alla propria sofferenza. Nel racconto si trovano due parti contrastanti della protagonista: la parte che ama Will e non vorrebbe lasciarlo andare e quindi si oppone al fatto di lasciare che lui si uccida, e la parte che si manifesta nell'ultima parte del libro di consapevolezza di ciò che prova Will, di ciò che non potrà più fare e ciò che non riesce ad accettare.
I personaggi, quelli più in vista della storia, hanno le proprie tesi riguardo l'argomento. Per esempio la madre di Louisa sa che non lascerebbe mai ma anzi si opporrebbe con tutte le sue forze a questa pratica, perché, dice, aiutare qualcuno ad uccidersi, seppur per il suo bene, è comunque da considerarsi un omicidio. Nathan, invece, l'assistente medico di Will dice la frase che ho riportato in precedenza, che se una persona non ce la fa più e sa che non ce la farà mai, è giusto che possa avere il diritto di scegliere di stare meglio, seppure con la morte.
Il libro tratta quindi, attraverso una storia inventata ma che potrebbe anche essere reale, di questa grande questione: giusto o non giusto? Un argomento delicato che non viene però stremato, ma che anzi, viene trattato in modo dolce, umano con i suoi errori e gli sbagli, ma anche con eroicità e altruismo. Un libro che mi ha fatta piangere per le ultime trenta pagine tanto che avevo gli occhi gonfi e grossi per le lacrime e trattavo tutti male a causa del mio grande coinvolgimento nella storia; vi assicuro, alla fine non riuscirete a staccarvi dalle pagine, dovrete finirlo assolutamente e la fine, anche se ormai non vi stupirà perché sotto sotto l'avete già capito dalla recensione, vi commuoverà.
Un libro adatto a tutti gli adolescenti, soprattutto per i più seri e curiosi, ma anche per gli adulti, un regalo che di sicuro rimarrà impresso nelle persone che lo leggeranno, così come è successo a me. Lasciatevi prendere fino in fondo dalla storia, non tanto per le cose che ci succedono, ma più per il messaggio forte e profondo che dà.
Io non mi pentirò mai di averlo letto.
Una storia triste. 
Ma anche no.



laranakermit19




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